Mussolini, Bossi e San Pietro

29 giugno 2010 - Renato Sacco

“Mi sono detto che la migliore saggezza è quella che non ci abbandona dopo la vittoria. Con 300 mila giovani armati di tutto punto, decisi a tutto e quasi misticamente pronti a un mio ordine, io potevo castigare tutti coloro che hanno diffamato e tentato di infangare il Fascismo. Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto”
Benito Mussolini, Discorso pronunciato il 16 novembre 1922 alla Camera; è il suo primo giorno come Capo del Governo.

“Noi siamo destinati a veder nascere la Padania, non c’è santo che tenga. La Padania sta a noi se farla in maniera pacifica o violenta, io preferisco la via pacifica, perché per l’altra via c’è sempre tempo a utilizzarla...”
Umberto Bossi, ministro delle Riforme e segretario della Lega Nord; intervento del 27 giugno 2010, alla festa della Lega a Ternate (Va).

Non c’è bisogno di troppi commenti. Non c’è bisogno di essere grandi esperti di storia. Molti sanno che la storia non era il mio forte, ma con l’aiuto di qualche amico più bravo di me, ho voluto proporre questi due discorsi che fanno venire i brividi, perchè tutti sappiamo cosa è successo prima e dopo quel 1922. E non sappiamo cosa succederà dopo il 2010.
E quel discorso di Mussolini è stato pronunciato quando ancora esisteva uno Stato, nell’Aula della Camera. Anche se poco prima il Duce aveva detto: “...il popolo italiano - nella sua parte migliore - ha scavalcato un Ministero e si è dato un Governo al di fuori, al di sopra e contro ogni designazione del Parlamento... Lascio ai melanconici zelatori del supercostituzionalismo il compito di dissertare più o meno lamentosamente su ciò.”
Pensando al passato, c’è da preoccuparsi, molto, per il presente!
Non aggiungo altro. Solo due richiami.
Il primo è per ricordare che il prossimo dossier di Mosaico di pace, del mese di luglio, sarà proprio sulla Lega: Un moderno tribalismo guerriero.
Il secondo è ispirato al grande Apostolo che la Chiesa ricorda oggi: San Pietro. È lui, che negli Atti degli Apostoli, cap. 5, versetto 29, afferma: Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini. Ne avevo già parlato in questa stessa rubrica il 29 giugno 2004 (www.peacelink.it/mosaico/a/5770.html). Non mi dilungo, ma sarà bene riflettere, in tempi in cui sembra di tornare alle frasi celebri scritte sui muri: credere, obbedire e combattere. Se “Obbedire deriva dal latino ‘ob-audire’, che significa: ascoltare stando di fronte, – come scriveva don Tonino Bello – dobbiamo liberarci ‘dal falso concetto di obbedienza intesa come passivo azzeramento della volontà’.
San Pietro ci aiuti a scoprire la vera obbedienza che diventa anche “disobbedienza”.

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