1.401.492

19 luglio 2010 - Tonio Dell'Olio

Alle 10.00 di stamattina nove componenti il Comitato Promotore dei tre referendum per l’acqua pubblica consegneranno alla Corte di Cassazione 1.401.492 firme raccolte in pochi mesi. Un successo che dice che c’è un’Italia non del tutto intontita dalle bolle di sapone soffiate dalle televisioni. Sì, perché di questo referendum hanno taciuto in molti. Colpevolmente. Perché sapevano e non hanno parlato. Non c’è stata alcuna campagna pubblicitaria dosata secondo le regole della comunicazione e della psicologia di massa. Non è stata sposata indissolubilmente da nessuno dei partiti rappresentati nell’emiciclo. Quelle firme sono il frutto di un semplice passaparola che ancora funziona quando i problemi ci toccano e quando le proposte non nascondono trabocchetti, doppi fini e interessi. Anzi, proprio contro alcuni interessi particolari vogliono agire nel nome dei beni comuni. Una precisazione sul numero delle firme. Non è completo. Stamattina si aggiungeranno quelle del Padiglione femminile del carcere di Rebibbia. Perché l’acqua libera riguarda tutti e tutte. Nessuna esclusa.

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