L'urlo del Messico
Ieri, al Festival della rivista Internazionale a Ferrara erano almeno in 500 ad ascoltare le due giornaliste messicane cui Libera ha dato la parola. Che si tratti di una guerra in corso, lo dice il macabro conto dei morti e la violenza che si esprime nelle forme peggiori. Cynthia Rodriguez e Marcela Turati sembrano mendicanti che col cappello in mano implorano un centesimo di attenzione da parte del mondo. Dai colleghi italiani implorano due righe che muovano quasi a compassione la politica internazionale perché non restino soli contro lo strapotere crudele dei narcos. La situazione non è grave. È drammatica. Un piccolo compito a casa. Confrontate il numero di pagine e lo spazio dei TG dedicati oggi al campionato di calcio con le parole spese per le notizie dall'estero. Quanto c'è di Messico e di alluvione in Pakistan, quanto di Haiti e di Birmania... e quanto si disserti sul big match di San Siro e sulla sostituzione di Borriello. Su Repubblica lo sport vince 11 a 4 (2 USA e 2 Brasile)! Questa mattina presso la Federazione Nazionale della Stampa, i messicani incontreranno alcuni colleghi italiani. Quei giornalisti messicani mettono a repentaglio la propria vita ogni giorno, consapevoli che se l'urlo quotidiano delle vittime raggiunge la nostra coscienza, nasce la voglia di fare qualcosa. Almeno di unirsi al grido. Perché nessuno si senta solo.