La generazione-facebook
Io la amo questa generazione-facebook timida e incerta. Precaria. Con l'arsura profonda di conoscere e incontrare e parlare in una maniera che nessuna fantascienza aveva previsto. Con uno schermo a uso di maschera e un nickname a mo di ombrello. Che si lascia adulare dalla pubblicità e coccolare dagli adulti. Perché non usa le parole che usavamo noi e le cifre di incanto dei sessantotti e dei settantotti e degli ottantotti... ma salta gli aggettivi e sincopa le frasi. E non vuole sapere nemmeno che sono esistite altre epoche di giovani. Questa generazione che ci chiede come facevamo quando non c'erano i telefonini e non ci crede che una volta nei cinema si fumava. Io la amo perché non conosce più le distanze. La amo perché è inedita e non se ne rende conto. Non si lascia sorprendere più dal mondo perché ce l'ha già negli occhi. Ciò che non conosce sono le profondità che si nascondono nell'anima propria e degli altri. L'aria, il sole e un ago di pino. Questa generazione rivoluzionaria di una rivoluzione che non è la mia. Io la amo questa generazione perché ha ereditato nel sangue la forza di arrendersi alle emozioni e di comprendere ciò che è vero. E nonostante tutto vorrebbe lo stesso un mondo migliore di questo, quando qualcuno glielo racconta senza finzioni e senza interessi.