Dal supermercato allo studio medico
Una signora anziana si alza nella sala per pormi una domanda. Racconta che fuori dal supermercato che frequenta, normalmente ci sono alcuni giovani africani che chiedono qualche moneta (quella del carrello, quella del resto…) ma che ogni giorno c’è anche la presenza della polizia che glielo proibisce, controlla i documenti, minaccia di arrestarli. La signora prosegue raccontando che più volte ha cercato di dissuadere i poliziotti da questa sorta di accanimento contro quei ragazzi e che la risposta è sempre stata: “C’è una legge e dobbiamo farla rispettare. È la legge, signora, la legge”. Si fa pensierosa la signora e riferisce che due giorni fa è andata in uno studio medico per sottoporsi a una visita e che dopo aver pagato una somma esosa, il medico non gli ha fatto la fattura. Alla sua rimostranza – manco a dirlo – il professionista ha risposto che in quel caso avrebbe dovuto aggiungere l’IVA e che, alla fine dei conti, a lei la fattura non serviva. Niente di nuovo sotto il sole. La signora istintivamente si è guardata attorno per cercare i rappresentanti delle forze dell’ordine che potessero far rispettare la legge. La legge.
Ha concluso, la signora, che non ci sono appostamenti quotidiani dietro le porte dei professionisti che non rispettano la legge. Rappresentanti di uno Stato forte con i deboli e debole con i forti. “Perché i ricchi possono evadere il fisco e i poveri nemmeno chiedere l’elemosina”.