L’antimafia all’università
C’è un’Italia che cammina. A piedi scalzi, ma cammina. Magari senza troppe risorse, facendo leva sulla creatività di artigiani e docenti, amministratori locali scrupolosi e di imprenditori lungimiranti, di chi ogni giorno compie il proprio dovere scrutando l’orizzonte e decidendo di dare responsabilmente un proprio contributo per il bene della comunità. Tra le mille iniziative che si possono citare, mi piace stamane ricordare tutte le università che in questi anni hanno avviato un master, un seminario, un corso per far conoscere meglio le mafie e l’antimafia. Ultimo, solo in ordine di tempo, il master di primo e secondo livello intitolato “Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione” promosso dall’Università di Pisa in collaborazione con Avviso Pubblico e Libera. In tutti questi casi si tratta di fornire la borsa degli strumenti a giovani che, ciascuno con le proprie competenze e professionalità, sapranno prendere le misure al fenomeno criminale e rispondere adeguatamente ai condizionamenti di quella presenza. Tutt’altro che un parcheggio temporaneo in università nella speranza di un’occupazione. Piuttosto una migliore preparazione che consenta di svolgere bene quel che si riuscirà a fare, dando una mano a tutto il Paese.