La discarica nel parco
Una discarica in un parco nazionale è una bestemmia. È come sfregiare una tela d’autore. E quando si parla di natura (incontaminata!!!) lasciatemi dire che l’autore è di sicuro prestigio. Ci sarebbero mille altre considerazione sulla salvaguardia della salute della gente, sui ritardi degli amministratori per una gestione ecocompatibile della raccolta dei rifiuti, sulle vanterie effimere di chi aveva risolto il problema dei rifiuti di Napoli e provincia in maniera teatrale già due anni fa, di irrisione continua a coloro che in quel territorio da molti e molti anni proponevano una raccolta differenziata che sarebbe stata la vera soluzione di quella che è divenuta “emergenza”... Ma aver scelto un parco nazionale come cornice di una discarica di rifiuti mi sembra francamente degno di una vignetta satirica. All’estero ci invidiano paesaggi e storia. Oggi siamo diventati gli zimbelli deficienti che coprono di monnezza il proprio patrimonio. Prima che i rifiuti, nella discarica abbiamo gettato l’intelligenza politica di amministrare con saggezza il bello e il buono. Gli abitanti dei paesi del parco dovrebbero essere decorati al merito come strenui difensori della salute, della bellezza e dell’amore per la propria terra. E le istituzioni dovrebbero essere in grado di cogliere piuttosto questo momento per trasformarlo in un tempo di educazione civica e ambientale.
“Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono” (G. Gaber).