Tra l'Asinara e la miniera cilena

25 ottobre 2010 - Tonio Dell'Olio

È stata bella la festa che ha colorato di bandiere le strade cilene e ha tenuto col fiato sospeso milioni di “spettatori” in tutto il mondo. Si trattava di lavoratori liberati dalla prigione di un lavoro duro e pericoloso. Di riconsegnare la vita e la dignità a loro e alle loro famiglie. Paradosso dei paradossi: da 240 giorni i cassintegrati Vinyls di Porto Torres sono volontariamente imprigionati nell’isola dell’Asinara per poter gridare al mondo il loro diritto al lavoro. Il paradosso è ancora più mostruoso se si pensa che quel carcere era famoso perché deteneva i peggiori criminali ed è stato chiuso perché considerato inumano. Lavoratori liberati, lavoratori detenuti. Storie d’Italia. Pizzini dalla globalizzazione. Ipocrisie di un mondo alla rovescia in cui si tende a criminalizzare i diritti e a esaltare le furberie. A seguire le vicende dei lavoratori dell’Asinara non c’è nessuna spinta morbosa, non ci sono telecamere fisse sul problema dei problemi. Niente plastici in tv per l’Asinara. Quasi che il dramma della cassa integrazione e della disoccupazione non riguardasse la gente almeno quanto quello della famiglia Scazzi.

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