Una dichiarazione d’amore alla Costituzione
E se imparassimo a volerle bene sul serio? A prenderla in parola come fanno i galantuomini? A fare in modo che sia proprio lei ad ispirare le scelte? Quelle dei partiti e quelle nostre? E noi a scegliere i partiti sulla base dei principi e delle parole con cui quella carta continua a provocarci nonostante tutto? Nonostante le minacce e nonostante l’età che irrimediabilmente avanza. Quello scrigno di valori condivisi che gronda la fatica dei nostri padri è un lume nella notte in cui ci tocca navigare. In questa volgarità che straripa, abbiamo solo quell’argine. Parole che, pietre nella resistenza, si trasformarono in mattoni. Dall’uguaglianza alla pace, dalla sacralità del lavoro alle libertà scolpite senza pudore nelle strade, dai diritti alla dignità sociale... tutto è scritto. Molto più che un contratto. Una promessa per cui dare la vita. Perché ogni parola scritta sulla carta è fragile e sottile e debole come un foglio. A ciascuno il compito di scrivere la propria dichiarazione d’amore a quella carta in ogni scuola e sui muri delle strade, nelle aule dei tribunali e in quelle dei consigli comunali. E poi a fare barchette di carta da mettere nel Tevere, nell’Arno, nel Po, nell’Adriatico e nel Tirreno. E a sospingerle col vento del nostro coraggio.