Domenica al Maxxi c’era la coda
Domenica al MAXXI c’era una lunga coda di persone che attendevano di entrare. Per i distratti il Maxxi è il Museo nazionale delle arti del XXI secolo. Uno spazio di rara bellezza architettonica aperto da poco a Roma. Sicuramente ci sarà stata ressa anche ai centri commerciali. A me piace riferirvi che al Maxxi c’era la coda. Persone le più varie. Famiglie con passeggini e bambini. Bambini che cominciano a riempire sguardi e anime di bellezza e di colori e di arte. Questa sì che è una buona notizia! Che la gente riprenda a nutrirsi di cultura. Perché come ama ripetere don Ciotti: "È la cultura che sveglia le coscienze". Per questo, quella fila di persone che pazienti attendevano anche ore per entrare, sono un investimento sicuro per oggi e per domani. Gente disposta a ragionare, a cercare di capire, a non comprare merce avariata né a scatola chiusa. Folla disponibile a inserire la scheda del voto della propria giornata nell’arte che sempre ha il potere di salvare il mondo. Fino a quando ci sarà la fila al Maxxi c’è speranza che non tutti i cervelli sono disponibili a farsi rimpiazzare dalle banalità della televisione commerciale. Non tutti si adagiano sul fango. E io – lo confesso – mi sono soffermato a guardare anche i volti di quei visitatori e non soltanto le opere esposte. Quella fila non si ferma al museo.