Gli irregolari della gru
Salire su una gru esponendosi a tutti i rischi per affermare il diritto ad essere riconosciuti parte di una comunità. Un braccio di ferro tra sei uomini e un ministro, tra i diritti e chi li "respinge", tra la richiesta di riconoscimento di dignità e la chiusura a fortezza di un benessere che si sente minacciato. O forse – chissà – di un’identità che non ama i colori, di un’economia che si avvantaggia del sommerso, della paura generata dall’ignoranza. Sei persone che a 35 metri dal suolo della nordissima Brescia da otto giorni chiedono di essere "regolarizzati". E rideremmo di questo verbo se non ne conoscessimo le pieghe drammatiche. Per quel che può servire, sto dalla parte degli irregolari in un Paese in cui comincio a sentirmi irregolare anch’io.