Viktor Bout

18 novembre 2010 - Tonio Dell'Olio

Per chi conosce un poco di traffici illeciti internazionali Viktor Bout è un nome di assoluto rilievo. Per altri – ahimè – è un mito. Uno che si è fatto da solo! Ex militare dell’armata sovietica e agente del KGB, all’indomani della caduta dell’impero sovietico, cominciò a ricostruirsi un aereo utilizzando i pezzi di ricambio degli aerei rottamati e a trasportare fiori dall’Africa in Europa. Comprese subito che il trasporto clandestino di armi rendeva molto di più e gli aerei di sua proprietà diventarono una flotta. Ha rifornito di armi i talebani, gli eserciti irregolari e le dittature di mezzo mondo. Gli aerei che trasportavano armi, normalmente ritornavano pieni di minerali preziosi e di ogni genere di mercanzia pregiata. Arrestato in Tailandia due anni fa, in questi giorni è stato estradato negli Stati Uniti, ma il governo russo protesta. Quello delle armi è un traffico che più di altri non può avvenire senza una fitta rete di complicità di apparati statali e industriali. Corruzione. Viktor Bout sorride perché è depositario di molti segreti, di molte verità. Mosca protesta. Le aziende armiere tremano. I morti tacciono.

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