Istruzione per l’uso
Sono il futuro. Sono il presente. Sono la nostra posta in gioco. Chiedono solo di essere ascoltati da una riforma sorda alle richieste dei diretti interessati. Una ministra che scalda la minestra solo dietro i consigli dello chef che guida la politica economica italiana. Gli studenti delle piazze e dei monumenti non sono una corporazione, ma i rappresentanti di diritti e interessi che ci riguardano tutti. Perché le scuole e le università sono le praterie delle generazioni che mettono in circuito intelligenza e creatività e non l’allevamento in batteria nutrito dal programma da terminare e dall’istruzione per l’uso. Sì, istruzioni per l’uso. Non lasciatevi usare, ragazzi. Né da questo né da nessun altro ministro di governo, di cultura o di partito. Perché è sacra la libertà del pensiero. Rivendicate il carburante per uno studio degno di questo nome e una palestra efficace del sapere. Non lasciatevi né comprare né vendere. Siate gelosi. Dalla vostra parte è la genialità del nostro Paese che sarebbe stata ignorata e spenta se non avesse trovato una scuola povera ma mai precaria e una comunità attenta a comprendere e non a fornire soltanto le istruzioni per l’uso.