Mons. Corti sugli F35
Come in tutte le diocesi italiane anche a Novara Mons. Renato Corti ha presieduto sabato 27 novembre in Cattedrale la Veglia di Preghiera per la vita nascente che Benedetto XVI aveva proposto a tutta la Chiesa al fine di mettere in evidenza quanto sia fondamentale per i credenti in Cristo avere uno sguardo nuovo sull’uomo, uno sguardo di fiducia e di speranza che si trasformi in un atteggiamento che fin dal concepimento della vita sia decisamente a favore della creatura umana insidiata dalla piaga dell’aborto. Se la Veglia d’inizio Avvento e l’intervento di mons. Corti in Cattedrale ricalcavano così uno dei temi più cari alla sensibilità cattolica come la difesa della vita dal suo concepimento, una vera sorpresa è stata l’omelia che lo stesso Mons. Corti ha svolto nel Seminario di Novara il lunedì seguente durante il conferimento dei Ministeri del Lettorato e dell’Accolitato a otto giovani chierici. Prendendo lo spunto dal celebre brano di Isaia in cui si legge: “Forgeranno le loro spade in vomeri e le loro lance in falci, un popolo non alzerà più la spada su un altro popolo e non si eserciteranno più nell’arte della guerra” ha espressamente rivolto un invito ad essere costruttori di pace proprio per realizzare il “Sogno di Isaia” ai giorni nostri. Entrando nel vivo di quello che in terra novarese è un nervo scoperto che lacera anche il tessuto diocesano, ovvero il problema dell’assemblaggio degli F35: aerei da combattimento predisposti al trasporto di ogive nucleari, mons. Corti ha ribadito la contrarietà già espressa in precedenza da mons. Fernando Charrier a questo progetto. Ricordiamo che la Commissione Diocesana Giustizia e Pace di Novara il 1° gennaio del 2007 aveva stilato una nota in cui partendo dalle affermazioni del Magistero esprimeva la propria contrarietà al progetto della costruzione degli F35, di cui l’Italia si era impegnata ad acquistarne 131 esemplari al costo di oltre cento milioni di euro l’uno! Con un’enorme sperpero di soldi pubblici, soldi sottratti alle spese sociali, alla sanità e all’istruzione, settori certamente più bisognosi di finanziamenti. Mons. Charrier allora presidente della Commissione Regionale della Pastorale del lavoro, aveva fatto proprio quel documento trasformandolo in una presa di posizione della Commissione regionale del Piemonte. Il vescovo di Novara riprendendo quella nota ha sottolineato la propria posizione riaffermando come pastore della comunità novarese: “La necessità di opporsi alla produzione e alla commercializzazione degli strumenti concepiti per la guerra, in particolare alla problematica sorta recentemente sul territorio novarese relativa alla costruzione degli F35”. Ha poi proseguito dicendo che: “Abbiamo la speranza che si arrivi ad un ripensamento, che fin’ora non è avvenuto, che permetta una riflessione più allargata e approfondita capace di incidere nella mentalità delle persone e delle Istituzioni”. Su un argomento così delicato, mons. Corti in questi anni non ha mai fatto mancare il proprio sostegno alla Commissione Giustizia e Pace di Novara che dovendo esprimersi sull’argomento, si è trovata il più delle volte sola in queste prese di posizione. Il fatto che, pur nella pacatezza dei termini, mons. Corti si sia espresso con molta chiarezza in una celebrazione pubblica contro il progetto degli F35, parificando l’impegno in difesa della vita all’impegno per la promozione della giustizia e della pace, lascia intravedere prospettive pastorali nuove tutte da percorrere, ma tutte significativamente degne di essere assunte e promosse dai credenti e dagli uomini di buona volontà.