Sudan, due milioni di morti per un referendum

11 gennaio 2011 - Tonio Dell'Olio

Il referendum nel sud del Sudan è qualcosa di più di una semplice prova di democrazia in Africa. È una scommessa importante per l’intero continente. Un vero peccato che l’Europa non stia seguendo lo storico avvenimento di questi giorni con la stessa attenzione degli USA e della Cina. A chiunque guardi i confini degli stati africani (e quelli del Sudan in particolare) non sfugge nemmeno ad occhio nudo che essi sono stati tracciati a tavolino con linee rette quasi mai rispettose del rapporto tra etnie e territorio. Finalmente oggi la popolazione si esprime sulla divisione operata dai colonizzatori. E mentre da più parti si alza il grido preoccupato di chi teme l’effetto moltiplicatore in Nigeria, in Congo... continuo a ritenere che i popoli debbano poter decidere del proprio destino. La Campagna italiana per la pace in Sudan promossa da Pax Christi sin dal 1994 insieme ad altri organismi, ha provato a informare, denunciare, accompagnare. La guerra tra il nord e il sud è durata vent’anni e due milioni di morti. Il referendum non è il punto finale ma una tappa significativa. Guai ad abbandonare i due Sudan al proprio destino. La comunità internazionale, istituzioni e società civile, d’ora in poi deve farsi ancora più attenta. Il Sudan può diventare un focolaio o una risorsa.

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