Tunisia una storia dietro le quinte
Mohamed al Bouazizi è morto a 26 anni. Nella Tunisia di miseria, corruzione e dittature camuffate, la vicenda di questo giovane rischia di compiersi tutta dietro le quinte. Nato da famiglia povera e orfano di padre, Mohamed riesce a conseguire una laurea in Lingue e letteratura araba ma non trova un’occupazione adeguata. In Tunisia molto più che da noi, devi avere molti soldi e molte conoscenze per poter ottenere un contratto di lavoro. Così il giovane decide di mettersi a vendere frutta con un carretto in paese. Chi frequenta il sud del mondo sa quanto le strade siano animate dagli ambulanti. Il 17 dicembre, due poliziotti lo fermano perché abusivo. Anche questo è frequente e normale in tante strade del sud del mondo e altrettanto normalmente la cosa si risolve passando qualche dinaro agli agenti. Ma Mohamed non ci sta e va a protestare presso l’autorità competente da cui riceve solo dei no. Mohamed sceglie di mettere in gioco la propria vita per far conoscere il dramma dei poveri. Si cosparge di benzina e si dà fuoco. Muore in ospedale dopo 13 giorni di agonia. Il presidente Bel Ali che è tra i principali responsabili della situazione attuale in Tunisia, è andato a visitarlo in ospedale (giornali e televisioni al seguito) e ha promesso di fare giustizia. Troppo tardi, signor presidente.