Una rivoluzione via Facebook
Secondo molti osservatori, testimoni e protagonisti, la rivoluzione tunisina ha viaggiato su facebook. I moti di popolari di piazza che siamo riusciti ad intravedere televisivamente, correvano parallelamente su internet. Anzi si può dire che in buona misura erano suggeriti e organizzati dal passaparola del social network. Se si pensa che l'esito di quella protesta di massa è stata la deposizione di un presidente eletto e rieletto con maggioranze bulgare per quasi 25 anni e che lo stesso godeva dell'appoggio incondizionato dei paesi europei, compreso il nostro, si può capire la portata di questa “rivoluzione via facebook”. Ramon Echeverria, vicario della diocesi di Tunisi e missionario dei Padri bianchi dal 1992 in Tunisia afferma: “Attraverso la rete le informazioni viaggiavano istantaneamente non solo da un capo all’altro della Tunisia ma anche da una parte all’altra dei paesi arabi”. Anche per questa ragione non sbaglia chi pensa che la protesta potrebbe estendersi oltre i confini della Tunisia. Intanto i giovani di facebook vincono contro lo strapotere di un regime corrotto 1 a 0. Ora palla al centro.