Mamma mia, dammi 100 lire...

2 febbraio 2011 - Renato Sacco

Non so quando inizia Sanremo. E non conosco i cantanti in gara. Non vorrei però che all’ultimo momento si presentasse sul palco dell’Ariston (sulle orme del rampollo di casa Savoia) anche il governatore del Piemonte, Roberto Cota. Magari per cantare la canzone “Mamma mia dammi 100 lire che in America voglio andar...”.
Non tanto per proporre storie struggenti di migranti italiani, non è proprio un tema che lo appassiona.
Potrebbe essere, però, l’occasione per parlare del suo viaggio negli USA. Si perchè in questi giorni l’on. Cota è negli Stati Uniti. A fare cosa? Lo si legge in un’Ansa del 28 gennaio: “...infine a Dallas, nello stabilimento dove nascono i cacciabombardieri Lockheed F35 il cui assemblaggio finale si farà a Cameri (Novara)”. Buon viaggio all’on. Cota. Sta andando in America mica con le vecchie 100 lire! “È un viaggio verso un pezzo di futuro del Piemonte – dice Cota, interpellato dall'Ansa – un Piemonte industriale che con gli Usa ha avviato due tra i più grandi elementi di innovazione, l'accordo con la Chrysler, che ha il significato di un'alleanza per Mirafiori, un'operazione di internazionalizzazione, e il progetto per l'assemblaggio degli F35 a Cameri che porterà in Italia il più alto livello della tecnologia aeronautica”. Ma guarda un po’! C’è da esserne orgogliosi! Stiamo preparando i più micidiali aerei da guerra! Quel che conta, si sa, è l’alto livello di tecnologia. Che poi quegli aerei servano per la guerra, per bombardare e uccidere spesso vittime innocenti... che dire? Sono effetti collaterali. Non facciamo i moralisti. Non sono questi i valori importanti da difendere! Così, mentre in Italia e nel mondo assistiamo a spettacoli indecenti di tiranni (a cui abbiamo anche noi venduto armi!) che si chiudono nei palazzi e a piazze che si riempiono di gente che reclama pane, libertà, democrazia, i nostri autorevoli governanti, visto che tanto in Italia non ci sono problemi ed è tutto tranquillo, vanno in giro per il mondo a sollecitare accordi di guerra. Vantandosi pure di spendere 15 miliardi di euro per il progetto F35 che, si legge sempre nel comunicato Ansa “porterà nella prima fase, la realizzazione della parte logistica, 600 nuovi posti di lavoro, mentre l'avvio della linea produttiva degli aerei darà occupazione per 40 anni a 2.000 persone, senza considerare l'indotto”.
Prima si parlava di 10.000 posti di lavoro, ora, dopo la nostra visita a Cameri, anche i politici ammettono che sono solo circa 2.000. Bene, almeno un lato positivo in tutto questo c’è: riconoscono di aver detto qualche... bugiina. Per il resto ci vuol poco a rendersi conto che un qualsiasi artigiano o piccolo industriale, o anche uno ignorante di imprenditoria come me, con 15 miliardi a disposizione saprebbe dare lavoro per 40 anni a ben più di 2.000 persone. Basta prendere carta e matita e far due conti. Con il telefonino ci ho provato ma ci sono troppi zeri e mi esce la scritta “risultato troppo lungo per essere visualizzato”. Vuol dire allora che 15 miliardi sono proprio tanti. Ma tanti davvero! E quando ci diranno che non ci sono soldi per gli ospedali, per le scuole, per il lavoro, per i precari, per la giustizia, per i servizi sociali ecc... Noi cosa diremo? Cosa faremo? Ascolteremo a bocca aperta, in silenzio, come fossimo a Sanremo?

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