Lettera ai cristiani palestinesi che hanno firmato “Kairòs-Palestina”
Carissimi fratelli,
pochi giorni fa ci siamo incontrati per riflettere sul vostro documento Kairòs-Palestina, un momento di verità, e, questa sera, abbiamo ascoltato testimonianze su iniziative di israeliani e palestinesi che, con azioni concrete, operano per la giustizia, la pace e la riconciliazione a Gerusalemme e dintorni.
Vogliamo, prima di tutto, ringraziarvi del vostro bellissimo documento che, una volta ancora, ci aiuta a capire la drammatica situazione che dovete affrontare e, insieme, ci dimostra la vostra capacità di rimanere saldi nella speranza di una pace giusta, anche se quello che sta accadendo, a livello politico, induce piuttosto allo sconforto e al pessimismo.
Siamo solidali con voi nel ribadire che i palestinesi hanno diritto a una patria e a una vita dignitosa; riteniamo, con voi, che il continuo ampliamento degli insediamenti israeliani in Cisgiordania sia ogni giorno più insostenibile; sentiamo profondamente ingiusto e inammissibile che Israele, pur dopo la tragedia di due anni fa, continui a mantenere la popolazione della Striscia di Gaza come in una prigione a cielo aperto; pensiamo, come voi, che l’occupazione israeliana dei Territori, perdurante ormai da oltre quarantatre anni, sia un peso insopportabile per il vostro popolo, oltre che una violazione del Diritto internazionale che, tuttavia, la comunità internazionale sembra non potere, o non volere sanare, ripristinando la legalità.
E, soprattutto, riteniamo con voi che non sia possibile riferirsi alla Bibbia per trarre da essa motivazioni che giustifichino l’oppressione del popolo palestinese. Se Gerusalemme vuole essere “città di pace”, essa deve essere città condivisa sia da ebrei che da arabi, sia da israeliani che da palestinesi, senza che una Parte sola pretenda di esserne sovrana esclusiva.
Per quanto possiamo, noi ci impegniamo a diffondere, qui in Italia, il grido di dolore e di speranza che, con Kairòs-Palestina, voi lanciate alle Chiese e al mondo intero. Vi ringraziamo delle vostre parole, della vostra fede e del vostro coraggio.
Roma, 9 febbraio 2011
Gli amici e le amiche del Cipax
(Centro interconfessionale per la pace)