Sotto la pelle della nazione
Tra le pieghe di quest’Italia imprevedibile e bizzarra che festeggia i suoi 150 anni tra spot e polemiche, si nascondono esperienze di solidarietà che danno linfa alla vita di tutti. Vorremmo vederle rappresentate nella luce nuova di un Paese che non fa parate e non sta sempre in televisione, quasi mai urla e non sta sulle copertine patinate dei rotocalchi. È l’Italia del volontariato e dei piccoli passi, della volontà di farsi prossimo. Non si limita a soccorrere la miseria. Vuole scolpire questa necessità anche nell’agenda politica. Accoglie e accompagna ma vuole anche raccontare. Perché è consapevole, quest’altra Italia, di contribuire giorno per giorno a rendere più umane le relazioni e più saldo il vincolo di appartenenza. Si muove tra cooperazione e associazionismo solidale e contribuisce a dare dignità e a garantire diritti. A buon diritto, quest’Italia sottopelle vuole che, al saldo parziale dei 150 anni, si dica pure che il Paese cresce solo se sta unito nella corresponsabilità di cui tanti si fanno carico. Ne tengano conto la politica, l’informazione, l’economia e tutti coloro che hanno a cuore anche i 150 anni che verranno.