I rom di Roma
Sgombero fa rima con respingimento. Ce lo ricordano i 150 rom accampati nei giorni della Pasqua fuori e dentro la Basilica di San Paolo. Perché sgombero vuol dire innanzitutto occultare alla nostra vista condizioni di vita che l’ipocrisia del benessere non tollera. Perché significa assenza di alternative definitive che finalmente osino pronunciare i verbi dell’accoglienza. L’accoglienza è la vera misura di una civiltà. Ce lo insegna quell’esercito di volontari che nei campi rom sono impegnati nel sostegno scolastico e nell’animazione, nelle mille iniziative che riconoscono e valorizzano la dignità di donne, uomini e bambini nelle cui vene scorre la stessa vita che hanno gli altri, gli integrati, i regolari, i buoni. Sgomberare è certamente più facile e sbrigativo che vivere accanto alle fatiche e alle contraddizioni dei rom. Ma solo questa seconda scelta è destinata a dare frutti duraturi e rispettosi della dignità di ciascuno.