Ci sono bombardamenti e bombardamenti
Aveva scelto il giorno di Pasqua, il Papa, per pronunciare solennemente la sua opinione sul conflitto in corso: “In Libia la diplomazia ed il dialogo prendano il posto delle armi – aveva detto - e si favorisca, nell’attuale situazione conflittuale, l’accesso dei soccorsi umanitari a quanti soffrono le conseguenze dello scontro”. Ma non aveva ancora terminato di parlare che le cancellerie franco-italiane, già concordavano la dichiarazione che il premier italiano avrebbe pronunciato al termine del vertice tra i due rispettivi capi di Stato. Siano le armi a prendere il posto della diplomazia e del dialogo! Via ai bombardamenti. Ops, scusate. Ci dicono che è improprio chiamarli bombardamenti perché gli attacchi dell’aviazione italiana saranno diretti esclusivamente su obiettivi mirati e non coinvolgeranno la popolazione civile. Aveva dimenticato, il premier, che questo era stato già stato stabilito dalla Convenzione di Ginevra. E soprattutto, se questo è un distinguo, significa che le altre parti che partecipano ai bombardamenti colpiscono indiscriminatamente?