Sete di democrazia in Siria
Solidarietà piena e totale alle cittadine e ai cittadini di Saqba, un sobborgo di Damasco, che sono stati strappati alle loro case la notte scorsa. Centinaia di soldati siriani in tenuta da combattimento hanno compiuto un vero e proprio rastrellamento indiscriminato e punitivo nei confronti di una popolazione che, senza armi, aveva manifestato per le strade del proprio quartiere contro la dittatura di Bashar al Assad il 29 aprile scorso. Le notizie sono scarse e flebili perché vengono diffuse con mezzi di fortuna. Il reato che hanno compiuto è l’esercizio della democrazia, la manifestazione del proprio dissenso, il desiderio di libertà. A noi spetta il dovere di non restare spettatori e di far sentire la nostra voce. Amnesty International ha chiesto al Consiglio di Sicurezza dell'Onu di deferire la Siria al procuratore della Corte penale internazionale, di imporre un embargo sulle armi e di congelare gli assetti finanziari all'estero del presidente siriano e dei suoi collaboratori. Sul sito di Amnesty (Amnesty.it) c’è un appello da firmare. Almeno questo!