Il silenziatore
Non riesco ancora a comprendere le ragioni profonde per cui il mondo dell’informazione decide all’unanimità di dare rilevanza mediatica ad alcuni fatti di cronaca e non ad altri. Sarah Scazzi, Melania Rea, Yara Gambirasio... sono come persone di famiglia. Lo strazio dei loro cari è entrato nelle nostre case e si siede a tavola con noi per giorni e giorni. Non c’è una sedia a casa nostra per gli altri. Mi mancano i criteri di selezione e soprattutto chi decide che, all’unisono, tutti i tiggì e i giornali debbano occuparsi di un caso e che altri siano stati uccisi col silenziatore. Ieri ho incontrato il papà di Gaetano Marchitelli, il quindicenne barese rimasto ucciso per sbaglio nel corso di una sparatoria il 3 ottobre 2003 nei pressi di Bari. Era disperato perché alcune delle persone dichiarate colpevoli in primo grado sono state assolte in secondo grado. Il fatto che la televisione non ne abbia parlato, lo fa sentire ancora più solo nel suo dolore. Senza alcuna solidarietà. Ma intanto non riesco ancora a capire chi abbia deciso che Melania meriti più spazio di Lea Garofalo, di Gaetano Marchitelli e di tutti gli altri delitti in cui è coinvolta la criminalità organizzata.