La vittoria del passaparola
Comunque vada è già stato un successo. Aver registrato un numero di votanti così alto nonostante le condizioni in cui i comitati referendari si sono trovati ad operare, è un risultato che molti non prevedevano. Ed in tanti non auspicavano. Alzi la mano chi ha seguito una “tribuna referendaria” in televisione, chi ha saputo di qualche organizzazione danarosa che abbia sostenuto la campagna per il SI, chi pensa che le ragioni del SI siano state spiegate esaurientemente in prima serata o nei programmi di cosiddetto approfondimento. Quel che è avvenuto con i referendum è scandaloso per un verso ed entusiasmante per l’altro. Il 41,14 % registrato alle 22 di ieri segna un passaggio epocale. La società civile nonostante i poteri economici, malgrado i partiti e a dispetto della televisione. E di chi sulla televisione ha fondato la propria fortuna. La società civile può fare a meno dei partiti. Non nel senso che questi abbiano esaurito la propria funzione politica. Anzi! Semplicemente hanno tenuto un rapporto ora ostativo, ora strumentale, ora ambiguo verso i quattro quesiti e si sono arrogati il diritto di rappresentarli televisivamente o contrastarli nelle ultime ore della campagna. Ha funzionato solo il passaparola. Nei mille modi possibili. Lo stesso vento in tutto il Mediterraneo.