Il vento
Non lo decidi tu il tempo del vento. Soffia nella direzione e con la forza che lui stesso determina. E forse nemmeno lui stesso. Quando vuole. Il massimo che puoi fare col vento è di dargli un canale, una via. Cercare di farti strada con una vela. Ma il vento non puoi metterlo in bottiglia e tantomeno venderlo con un’etichetta. Però è vero che puoi studiarlo con la rosa dei venti e imparare a riconoscerlo. Ma non a chiamarlo. Ci sono venti che annunciano pioggia ma anche quelli che spazzano le nuvole. Venti caldi che arrivano dall’Africa. Quelli che squarciano anche le vele e quelli che accompagnano le onde spingendo le barche. Quelli che si insinuano tra le cime e diventano voci dell’aria. Venti dolci del Mediterraneo che accarezzano i capelli delle donne. Per questo è più giusto dire cambiamento del vento piuttosto che vento del cambiamento. Perché il vento è la più bella immagine della storia che non puoi costruire come una strada e si cerca le sue vie. Imprevedibile, incerta, improvvisa o lenta, la storia non è mai come appare. Perché a volte è carsica e ti sorprende. Ed è il bello del vivere.