I 4 miliardi per le donne
Le donne di “Se non ora quando” ci ricordano che qualche mese fa il Parlamento aveva approvato una legge che prevedeva di investire 4 miliardi “per politiche di conciliazione, inclusione delle donne nel mercato del lavoro, assistenza e cura. Non investimenti a fondo perduto, ma un modo per ridare respiro al potenziale femminile e per investire nella crescita del nostro paese”. Con la manovra finanziaria, quella legge sfuma come se non fosse mai stata approvata. Un furto. O uno scippo, come dicono i movimenti delle donne che si sono date appuntamento oggi alle 17.30 in Piazza Montecitorio per ricordare l’impegno assunto e tentare di evitare che lo scippo si compia. Ancora una volta a pagare i costi della crisi sono le categorie già penalizzate. Uno scippo pianificato con cura e senza troppi ostacoli. Facile facile. Perché tanto, alla fine, i sacerdoti dell’economia predicheranno dai pulpiti televisivi che si è trattato di un sacrificio necessario. Inevitabile. Taceranno piuttosto sul fatto che rinunciare a questo gioco di prestigio, sarebbe un fattore di crescita per tutto il Paese. Maschio e femmina.