Le malattie del premier
La gola delle aggettivazioni e delle definizioni è ormai secca. Non riesce ad inventare altro sulle vicende del premier. Pagine fitte fitte dedicate al racconto dei bagordi. Mentre i fogli residui raccontano le fatiche della crisi, le tragedie che si consumano negli angoli remoti del pianeta, la cronaca quotidiana che si consuma nelle nostre strade. Il mondo del premier appare come un castello fortificato e impenetrabile. Ovvero distante dalla vita della gente, dai loro drammi e dalle trepidazioni. Un ponte levatoio che non colma il fossato di una casta poco casta! Allibiti di fronte all'ennesima smargiassata raccontata al cellulare con gli amici, stentiamo a credere che vi possa essere una tale dissociazione tra lo statista e l'uomo “privato”. Quale paratia stagna potrebbe mai arginare l'uomo che si muove a suo agio nei festini, rispetto al rappresentante di un governo che incontra altri capi di Stato, presiede esecutivi, interviene in ambiti internazionali? Il travaso di volgarità è inevitabile. E se per il comportamento nelle stanze da letto proviamo un senso di commiserazione ricordando l'appello accorato di sua moglie, è quest'ultimo versante a preoccuparci da cittadini che non vogliono rassegnarsi.