La festa della repubblica
Quella vissuta ieri, più che una semplice “marcia della pace” è stata una Festa della Repubblica. 200 mila partecipanti. Famiglie e bambini. Anziani. E tra questi, alcuni che avevano partecipato alla prima edizione del 1961 convocata da Aldo Capitini. Giovani. Tanti giovani, delle associazioni, delle scuole, degli scout, gruppi di amici autorganizzati, festosi, belli. Tanti gonfaloni delle città e fasce tricolore portate con orgoglio su giacche incravattate o shirt colorate. Scolaresche organizzate che coronavano percorsi didattici di educazione alla pace. Ma anche lavoratori cassintegrati, gruppi di disoccupati organizzati, drop out della crisi. E poi le organizzazioni sociali, il non profit più vario. Segno di una vitalità che non si affaccia mai dagli schermi di televisione. Gente che di voce ne avrebbe e di cose da dire pure, ma che nessuno microfona. Quando penso al paradosso insensato del 2 giugno in cui la festa della repubblica è celebrata con una parata di armi, mi convinco di più che quella ricorrenza dovrebbe essere meglio rappresentata da questo popolo che crede nella pace in tutte le sue declinazioni.