Autunno caldo
Il profumo dell’autunno ci è stato soffiato in faccia in questi giorni con un improvviso rigore proveniente dal nord. È l’annuncio di una stagione alla quale non possiamo sottrarci perché lo decidono le nuvole, il giro dei monti, l’incrocio delle correnti... La scienza arriverà a condizionare l’aria dei continenti come fa per le case. Intanto, godiamoci questa sorte della meteorologia pretesa dalle stagioni senza che gli uomini spingano alcun pulsante. Ma c’è un altro autunno che le donne e gli uomini possono muovere con la volontà, col dolore, con la dignità. È quello che si snoda nelle strade degli USA e nelle piazze di Madrid, quello che ci ha portato profumi di gelsomini e di speranza dal Nordafrica. Un tempo nuovo della meteorologia politica ed economica in cui sono i popoli a decidere del proprio destino e non i loro banchieri, né i grigi funambolisti della finanza. Il 15 ottobre c’è la possibilità che questo tempo, preannunciato già dai primi studenti a Viale Trastevere, possa contagiarci di indignazione. “UNITED FOR GLOBAL CHANGE” è il soffio che percorre l’Europa con le ragioni delle vittime della crisi. L’autunno comincia a scaldarsi. A scaldarci.