APPELLO

Manovra e armi: "Il male oscuro"

19 ottobre 2011 - Alex Zanotelli

In tutta la discussione nazionale in atto sulla manovra finanziaria, che ci costerà 20 miliardi di euro nel 2012 e 25 miliardi nel 2013, quello che più mi lascia esterrefatto è il totale silenzio di destra e sinistra, dei media e dei vescovi italiani sul nostro bilancio della Difesa. È mai possibile che in questo paese nel 2010 abbiamo speso per la difesa ben 27 miliardi di euro? Sono dati ufficiali questi, rilasciati lo scorso maggio dall’autorevole Istituto Internazionale con sede a Stoccolma (SIPRI). Se avessimo un orologio tarato su questi dati, vedremmo che in Italia spendiamo oltre 50.000 euro al minuto, 3 milioni all’ora e 76 milioni al giorno. Ma neanche se fossimo invasi dagli UFO, spenderemmo tanti soldi a difenderci!!
È mai possibile che a nessun politico sia venuto in mente di tagliare queste assurde spese militari per ottenere i fondi necessari per la manovra invece di farli pagare ai cittadini? Ma ai 27 miliardi del Bilancio Difesa 2010, dobbiamo aggiungere la decisione del governo, approvata dal Parlamento, di spendere nei prossimi anni, altri 17 miliardi di euro per acquistare i 131 cacciabombardieri F 35. Se sommiamo questi soldi, vediamo che corrispondono alla manovra del 2012 e 2013. Potremmo recuperare buona parte dei soldi per la manovra, semplicemente tagliando le spese militari. A questo dovrebbe spingerci la nostra Costituzione che afferma :”L’Italia ripudia la guerra come strumento per risolvere le controversie internazionali…”(art.11). E invece siamo coinvolti in ben due guerre di aggressione, in Afghanistan e in Libia. La guerra in Iraq (con la partecipazione anche dell’Italia), le guerre in Afghanistan e in Libia fanno parte delle cosiddette “ guerre al terrorismo”, costate solo agli USA oltre 4.000 miliardi di dollari (dati dell’Istituto di Studi Internazionali della Brown University di New York). Questi soldi sono stati presi in buona parte in prestito da banche o da organismi internazionali. Il governo USA ha dovuto sborsare 200 miliardi di dollari in dieci anni per pagare gli interessi di quel prestito. Non potrebbe essere, forse, anche questo alla base del crollo delle borse? La corsa alle armi è insostenibile, oltre che essere un investimento in morte: le armi uccidono soprattutto civili.
Per questo mi meraviglia molto il silenzio dei nostri vescovi, delle nostre comunità cristiane, dei nostri cristiani impegnati in politica. Il Vangelo di Gesù è la buona novella della pace: è Gesù che ha inventato la via della nonviolenza attiva. Oggi nessuna guerra è giusta ,né in Iraq, né in Afghanistan, né in Libia. E le folle somme spese in armi sono pane tolto ai poveri, amava dire Paolo VI. E da cristiani come possiamo accettare che il governo italiano spenda 27 miliardi di euro in armi, mentre taglia 8 miliardi alla scuola e ai servizi sociali?
Ma perché i nostri pastori non alzano la voce e non gridano che questa è la strada verso la morte?
E come cittadini in questo momento di crisi, perché non gridiamo che non possiamo accettare una guerra in Afghanistan che ci costa 2 milioni di euro al giorno? Perché non ci facciamo vivi con i nostri parlamentari perché votino contro queste missioni? La guerra in Libia ci è costata 700 milioni di euro!
Come cittadini vogliamo sapere che tipo di pressione fanno le industrie militari sul Parlamento per ottenere commesse di armi e di sistemi d’armi. Noi vogliamo sapere quanto lucrano su queste guerre aziende come la Fin-Meccanica, l’Iveco-Fiat, la Oto-Melara, l’Alenia Aeronautica. Ma anche quanto lucrano la banche in tutto questo.
E come cittadini chiediamo di sapere quanto va in tangenti ai partiti, al governo sulla vendita di armi all’estero (Ricordiamo che nel 2009 abbiamo esportato armi per un valore di quasi 5 miliardi di euro).
E’ un autunno drammatico questo, carico di gravi domande. Il 25 settembre abbiamo la 50° Marcia Perugia-Assisi iniziata da Aldo Capitini per promuovere la nonviolenza attiva. Come la celebreremo? Deve essere una marcia che contesta un’Italia che spende 27 miliardi di euro per la Difesa.
E il 27 ottobre sempre ad Assisi , la città di S. Francesco, uomo di pace, si ritroveranno insieme al Papa, i leader delle grandi religioni del mondo. Ci aspettiamo un grido forte di condanna di tutte le guerre e un invito al disarmo.
Mettiamo da parte le nostre divisioni, ricompattiamoci, scendiamo per strada per urlare il nostro no alle spese militari, agli enormi investimenti in armi, in morte.
Che vinca la Vita!
Alex Zanotelli
Napoli, 24 agosto 2011

Info e adesioni: http://www.ildialogo.org/appelli/indice_1314206334.htm

Proposte dell'assemblea di Santa Maria degli Angeli del 25 settembre 2011
di p. Alex Zanotelli

Carissime/i,
dal gruppo di voi che ha partecipato alla marcia Perugia-Assisi (circa 300 persone) e con il quale ci siamo incontrati a Santa Maria degli Angeli il 25 settembre alle 15 in una bellissima e partecipata assemblea, sono venute alcune proposte operative per continuare questo nostro comune impegno contro le immonde spese militari.
Le proposte operative sono di due tipi, di lungo periodo e di breve periodo.

Quelle di lungo periodo sono le seguenti:
1. E' stato proposto, partendo dall'appello, di promuovere una legge di iniziativa popolare contro le spese militari sul tipo di quella per l'acqua pubblica. Si tratta di una iniziativa che ha lo scopo di coscientizzare quante più persone possibili sul problema delle spese militari e di tutto il sistema di corruzione politica e morale che lo accompagna. A tale scopo chiediamo di sapere se fra i circa 11000 aderenti all'appello ci sia qualche giurista disposto ad impegnarsi in tale lavoro oppure se fra i firmatari dell'appello c'è chi può sensibilizzare qualche giurista di sua conoscenza ad assumere un tale impegno. Una volta preparata da un giurista questa legge dovrebbe poi essere diffusa e approvata da tutti voi.
2. Connettere la questione degli armamenti con la questione della remissione del debito, che è legato alle enormi spese militari, come suggerito nel documento di Gesualdi.
3. Promuovere un incontro autoconvocato fra i firmatari dell'appello e tutti i movimenti e associazioni che operano per la pace (dal Tavolo della Pace ad Emergency,...) .
Le iniziative di breve periodo sono invece:
1. Partecipazione all'assemblea che si terrà il 1 ottobre al teatro Ambra Iovinelli preparatoria della manifestazione degli indignados del 15 ottobre per chiedere l'inserimento della questione degli armamenti nel manifesto per il 15 ottobre;
2. Organizzazione di un gazebo stabile davanti a Montecitorio, partendo magari dal rifinanziamento delle spese militari per la guerra in Libia che sono in programma per il 30 settembre. Si chiede di sapere quanti, soprattutto romani o del Lazio, sono disponibili a partecipare concretamente a questo gazebo con turni di presenza continui;
3. avvio di un digiuno a staffetta nazionale legato al gazebo di Roma. Ove possibile a livello locale organizzazione di gazebo dove si pubblicizzi il contenuto dell'appello, si raccolgano adesioni e si sensibilizzino i mass media locali ad occuparsi del tema delle spese militari visto che quelli nazionali si sono mostrati sordi sul tema;
4. Organizzare il 4 novembre, insieme a tutte le associazioni del movimento per la pace e laddove ciò è possibile, manifestazioni nonviolente che portino all'accerchiamento (girotondo) di tutte le caserme italiane come segno di rifiuto delle spese militari e della militarizzazione del territorio;
5. Chiedere ai tantissimi preti, religiosi e religiose che hanno firmato l'appello, di portarlo ai propri vescovi chiedendo la loro adesione ed il loro impegno.
Questi in estrema sintesi le proposte venute fuori dall'assemblea di Santa Maria degli Angeli del 25 settembre. Si tratta ora di cominciare a renderle operative e questo dipende dall'impegno di ciascuno. Ognuno faccia quello che può fare. Così si creerà quel movimento di popolo, come sulla questione della lotta contro la privatizzazione dell'acqua, che ci ha portato poi alla vittoria nel referendum. Il futuro è tutto nelle nostre mani e nell'impegno di ognuno di noi.
Per la organizzazione concreta del lavoro continuate a fare riferimento al sito www.ildialogo.org che ha ospitato l'appello e che ha organizzato la raccolta delle adesioni. Chi voglia concretamente aderire ad una delle iniziative proposte lo comunichi all'indirizzo redazione@ildialogo.org anche per quanto riguarda l'organizzazione delle iniziative locali (quali gazebo o girotondi). Il sito pubblicizzerà le iniziative locali e le comunicherà alle persone dello stesso luogo che hanno aderito all'appello.
Che vinca la vita
Alex Zanotelli

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