Piove sulla Thailandia?
Facciamo bene a pensare a Genova, alla Lunigiana, alle Cinqueterre, a Pompei, a Messina... Tanta acqua piovuta a ingrossare torrenti e a inondare case e botteghe. Abbiamo imparato nuovi verbi come esondare e abbiamo cominciato a dare un senso anche al “Piove, governo ladro”. Perché abbiamo capito che si doveva investire di più nella salvaguardia del territorio e che l’asfalto non assorbe come la terra. Mi sono ricordato di un anziano incontrato anni fa in Valtellina che mi riferiva una frase che gli ripeteva sempre suo nonno: “Prima di piantare un chiodo, chiedi agli anziani”. Ovvero, prima di apportare una qualsiasi modifica all’assetto del territorio, interpella la memoria di quella terra perché è possibile che se nessuno prima di te ha costruito sugli argini del fiume, c’è una ragione. Ma negli stessi giorni in cui il maltempo flagellava alcune aree del nostro Paese, in Thailandia si verificava una vera e propria catastrofe. Più di tre milioni di famiglie sfollate, 62 province colpite, oltre 60 milioni di tonnellate di riso perduto. Distruzione, morte, tanta sofferenza e anche tanta solidarietà. Monasteri buddhisti che accolgono migliaia di persone anziane, malati, mamme con bambini. Giornalisti che percorrono i fiuimi con barche regalate dai lettori per raccogliere testimonianze e prestare soccorso... A noi viene chiesto di non dimenticare nemmeno quelle esistenze e quella terra violata.