Asylon
Il nome è tutto un programma. Si chiama Asylon il vino Grechetto di Todi DOC che viene commercializzato in questo periodo dall’Istituto Agrario della stessa cittadina umbra con il sostegno di Libera e della Caritas regionale. Il ricavato servirà a garantire borse di studio per la formazione professionale dei richiedenti asilo. Domani l’iniziativa viene presentata da don Luigi Ciotti, Laura Boldrini (UNHCR) e Marcello Rinaldi (Caritas Umbria) a Roma presso la libreria Fandango in via dei Prefetti alle 11.00. Non è solo una goccia (di vino) nell’oceano dell’accoglienza. È un modello che potrebbe lodevolmente essere replicato altrove. Perché se all’accoglienza degli stranieri che bussano alle nostre porte accompagniamo la formazione, poniamo le radici per un potenziale rientro significativo di quelle persone nelle loro stesse terre di provenienza come agenti di sviluppo. Insieme a loro sogniamo il giorno in cui nessuno deve essere costretto ad abbandonare affetti, famiglie, sogni, progetti e tradizioni per “andare a cercare fortuna” (così dicevano i nostri emigrati) in terre lontane e spesso inospitali. La formazione professionale dei migranti in Italia, pone le premesse di quel sogno. Dimenticavo: il Grechetto di Todi merita davvero. Non mi sembra un particolare trascurabile.