Lo Stato entra a Gomorra
Su La Repubblica di ieri il racconto dell’arresto di Michele Zagaria iniziava così: “Trecento poliziotti sul terreno, elicotteri e aerei in cielo. Qualche curioso affacciato ai balconi. Casapesenna, ore 6,20. Lo Stato entra a Gomorra”. Bene. Ma lo Stato deve essere presente a Casapesenna, Casal di Principe, Castelvolturno, San Cipriano d’Aversa... anche con la lotta all’abusivismo e alla fitta rete di complicità e di connivenze con tutto il sottobosco di illegalità. A “Gomorra” ora lo Stato deve asfaltare le strade e far arrivare treni puntuali e puliti, deve ristrutturare le scuole e creare luoghi di incontro e animazione per i bambini e per la gente, mettere in campo politiche sociali degne di un Paese civile, deve dare tempi certi alla giustizia e tagliare ogni filo tra il malaffare e la politica... È necessario che a volte lo Stato sia rappresentato da gente in divisa (e a volte coperta da un passamontagna), ma soprattutto deve convincere la gente che vale la pena di stare dalla parte giusta. La stragrande maggioranza degli abitanti di quelle aree è rappresentata da gente onesta che ogni mattina si reca al lavoro e fa bene il proprio dovere. I casalesi (non quelli dei clan!) devono sentirsi parte di una comunità che li considera cittadini a tutti gli effetti. Anche perché se no, siamo punto e a capo.