Finanziaria, sacrifici e F35

5 dicembre 2011 - Don Mario Bandera (la lettera pubblicata è stata inviata dall'autore al Corriere di Novara)

Novembre... dicembre... arrivano i primi freddi, e con essi, implacabile, l’ennesima manovra finanziaria che dovrà essere: “lacrime e sangue”. Per far digerire l’amara pillola che gli italiani dovranno ingoiare, si è persino cambiato governo sostituendo Silvio Berlusconi con il “tecnico” Mario Monti, il quale ha subito detto che si devono fare grossi sacrifici e rimettere in sesto i conti dello stato con una manovra da 11.000 miliardi di euro. Ovviamente la fantasia dei tecnici finanziari incaricati di recuperare l’ingente somma, si è subito scatenata. Tagli di qui... tagli di là, tagli alle pensioni, tagli alla scuola, tagli alla cooperazione internazionale, davvero lacrime e sangue che gli italiani hanno condito con imprecazioni in tutte le varianti dialettali del Bel Paese.
Strano paese il nostro, sarebbe così semplice recuperare questi 11 miliardi, visto che l’Italia ha deliberato l’acquisto 131 cacciabombardieri F35 per il valore di venti miliardi di euro (per la verità la cifra prevista era di 16 miliardi) ma si sa come vanno queste cose, è come la Salerno – Reggio Calabria, c’è sempre una variabile da aggiungere al piano programmato, un aggiustamento tira l’altro e i miliardi sono diventati 20. La più diffusa rivista cattolica italiana tempo fa aveva persino scritto che il costo di un solo F35, bastava a rimettere in sesto i danni provocati dal terremoto in Abruzzo. Ma allora ci chiediamo perché a queste cose i Soloni della finanza nostrana non ci pensano? Perché i sacrifici li devono sempre fare gli stessi di sempre? Perché la lobby delle armi non viene mai intaccata da nessuna manovra? Assistere al dibattito politico stando dalla parte di chi fa fatica a tirare la fine del mese, senza che a nessuno dei rappresentanti del popolo venga in mente di fare una proposta del genere, francamente è inconcepibile, possiamo almeno discuterne.

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