O’ Sprèd

14 dicembre 2011 - Tonio Dell'Olio

C’era stata “la capata di Zidane” e, ancora prima, “il pallone di Maradona” e “il razzo di Bin Laden”, più recentemente “la bomba di Lavezzi”. Quest’anno è la volta de “O’ spréd”. Sono i nomi dei botti di capodanno confezionati clandestinamente da botteghe partenopee per festeggiare il nuovo anno. Al di là dei pericoli cui si espone chiunque maneggi manufatti esplosivi, rifletto sui segni dei tempi. Festeggiare il nuovo anno col “differenziale tra il tasso di rendimento di un'obbligazione caratterizzata da rischio di default e quello di un titolo privo o a bassissimo rischio preso a riferimento” sembra un capodanno davvero triste! Oppure è lo specchio della finanza che esplode improvvisamente nelle case degli italiani, nella vita della gente comune. Una familiarità apparente. Perché poi chi ci capisce è bravo! E soprattutto la finanza sembra un fantasma senza nome né volto e gli speculatori tanto meno. Fumo denso come quello dei botti di capodanno. E invece alla gente piacerebbe conoscere nomi, cognomi e soprattutto responsabilità di chi ci ha cacciati in questo vicolo stretto e continua a speculare con “derivati”, “tossici”, “futures” e “warrants”. A proposito cosa prevede la manovra contro questi fantasmi? Meglio accendere uno “spred”!

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