La casa del mondo
Pensare il mondo come la tua casa. Quindi ripensare il mondo. Sentirti dappertutto una parte del tutto. Non essere estraneo a nessuno e non trattare nessuno da estraneo perché non ci sono barbari da cui non poter apprendere un nuovo alfabeto. Non ci sono persone tanto lontane da non poter sentire vicine. Prossimi. Sono tutti prossimi. Che vale la pena incontrare e riconoscere. Persino amare. Magari col fascino delle loro stravaganze e dei loro cibi piccantissimi. Un mondo di profumi e di albe sui mari o dall’oblò di un aereo. E ridere di gusto dinanzi all’apparente somiglianza di vocaboli che hanno tutt’altro significato. Vale la pena abitare la casa del mondo. Perché il mondo è una casa. Talvolta affollata e talvolta vuota. Dipende da te e da quanto tu ti senta figlio di questa vita. Che in definitiva è un viaggio con tanti passeggeri. Viandanti e pellegrini in cerca, come te, di abitare il mondo con la leggerezza degli ospiti e non con la sicurezza di chi sa dov’è l’interruttore della luce. Per questo vale la pena annotare nomi sul taccuino dell’anima e riconoscere il mondo in uno sguardo che non è il tuo.