PAX CHRISTI

Peace non pieces

Per uso didattico o in contesti educativi, l’opuscolo redatto da Pax Christi sul disarmo è strumento prezioso per cogliere l’importanza della nonviolenza nella storia, nell’oggi e per il futuro di tutti.
Anna Scalori

PAX CHRISTI, in Italia e in tutto il mondo, offre una “casa” a chi sente bruciare dentro il Vangelo della giustizia e vuole attrezzarsi per rispondere alle sfide più difficili che l’attuale sistema politico ed economico/finanziario, basato sulla disuguaglianza, l’impoverimento degli ultimi e lo sfruttamento delle risorse del pianeta, pone con grande urgenza al cristiano.
Giovani e adulti che nelle loro città non accettano di tacere di fronte all’intolleranza e al razzismo; giovani e adulti che disinnescano i circuiti della violenza attivando prassi nonviolente di cambiamento: giovani e adulti che denunciano la perversa disgregazione della dignità dell’uomo attuata dalla produzione e dal commercio delle armi; giovani e adulti che si adoperano e pregano affinché l’ecumenismo diventi prassi evangelica, affinché la spiritualità della pace sia lievito per il pane nuovo di una Chiesa troppo spesso afflosciata su se stessa. Nel movimento cattolico per la pace PAX CHRISTI, questi inquieti costruttori di pace raccolgono l’eredità del no alla guerra pronunciato con forza dalla Chiesa e lo declinano con tanti SI alla pace e alla “convivialità delle differenze.
In questa cornice e con queste precise parole, Pax Christi Italia, in collaborazione con l’Ufficio di Pastorale Giovanile della CEI, ha proposto “Peace in pieces”, pezzetti di pace per iniziare ad abbozzare i grandi temi della giustizia e del disarmo, della nonviolenza evangelica e della guerra, della possibilità di un mondo più umano. Partendo dalla Parola e avvicinando la vita di chi, credente o meno, nelle situazioni più diverse – a volte tragiche – la Pace l’ha incarnata nella propria vita. Perché scorresse, oltre che nelle proprie vene, in quelle della storia.
Promuovere una cultura di pace (due parole che ci piacciono tanto, cultura e pace!) iniziando dalle nostre comunità cristiane, dai giovani soprattutto, ci è sembrato un passo necessario, che l’Ufficio di Pastorale Giovanile della CEI ha accolto con interesse. Quasi con entusiasmo.
È nato così “Peace in pieces”, un libretto agile interamente scaricabile dal sito di Pax Christi, che prova a fornire angolazioni diverse da cui guardare il mondo, delinea-re come si costruiscono le guerre, evidenziare i meccanismi che creano ingiustizia e disuguaglianza, vedere i diritti negati, i razzismi teorizzati o rifiutati, ma in cui si scivola comunque con tanta facilità, la mentalità mafiosa che affiora se solo agiamo d’istinto… tutte premesse necessarie per vedere (quale miracolo tentare di guarire la nostra cecità!) i meccanismi che costringono a morire di lavoro, alla precarietà, a produrre armi per sfamare la propria famiglia. Meccanismi che, in nome del salvataggio dell’euro, lacerano lavoro e pensioni sfiorando soltanto i grandi capitali. Non prendendo neppure in considerazione l’idea di rinunciare agli F35 (aerei da attacco il cui costo di acquisto ha ormai superato i 20 milioni di euro e con costi di manutenzione elevatissimi) o di ridurre le spese militari. Si continua, invece, a riproporre ricette simili a quelle che questo scempio hanno prodotto.
Vedere innanzi tutto. Saperne di più. Leggendo, analizzando, approfondendo. Facendo tesoro della storia (la mancanza di memoria o la memoria trasformata in vuota celebrazione sono tra i mali del nostro tempo), imparando dagli errori ma anche da chi è stato importante testimone, da chi ha cercato di costruire prassi di pace, produrre anticorpi contro l’ingiustizia, gestire i conflitti evitando che degenerino, denunciare soprusi, smascherare pregiudizi e menzogne, primo tra tutti quello che vede nell’attuale sistema economico l’unico possibile. O che riduce al solo esercizio del voto la prassi democratica.
Vedere. Cercando cosa dice la Parola. Ascoltandola e facendola risuonare prima di tutto in se stessi. Mettendola a confronto con le contraddizioni e il limite che costituiscono la nostra umanità. Confrontandone gli echi con quanto enunciato dalla Chiesa. Per poter poi agire, denunciare, scegliere, inventare strade nuove… o provare a percorrere quelle da tempo proposte e sempre ostacolate. Anche all’interno della nostra Chiesa. Con quella libertà e quello spirito critico che vengono solo dalla conoscenza, dall’ascolto e dalla responsabilità. Perché, se come dice don Tonino, “la Pace è l’unico annuncio che la Chiesa evangelizza” non è possibile relegarla a sterile celebrazione, a riverbero emotivo verso fatti particolarmente gravi o cruenti, a buonismo tanto facile quanto inutile, se non dannoso.
Educare ed educarci alla pace, lavorare per una cultura di pace, accogliere la nonviolenza nel vocabolario della quotidianità è una delle sfide che ci attende. Anche iniziando da piccoli “pezzetti di pace”.

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