Celebrazioni romane 2012

Oscar Romero

17-25 marzo 2012

Romero 2012 Quando circa mezzo secolo fa Gesù fece irruzione con vigore in America Latina, lo fece appunto in un continente di poveri e di oppressi, cioè di popoli crocifissi, e non nel Primo Mondo dell’abbondanza. E presto si scatenò una dura reazione per nascondere e manipolare il Gesù che aveva fatto irruzione, e questo, sub specie contrarii, mostra già l’importanza e il vigore che ebbe quell’irruzione.
Insieme con questa, avvenne un’altra irruzione fondamentale: l’irruzione del povero e di Dio in lui. Infine, nel nostro mondo centroamericano, fece irruzione la morte, le uccisioni e l’ingiusta oppressione di secoli. Tutto questo sotto l’imperialismo degli Stati Uniti nell’apice della sua iattanza, responsabilità e crudeltà, senza che altre democrazie del Primo Mondo rischiassero nulla per impedirlo. Faceva irruzione il peccato.
Allora ci fu un’altra irruzione: quella dei cristiani di fronte alla persecuzione. Nel Salvador, 17 sacerdoti e 5 religiose, più centinaia di cristiani, furono assassinati per difendere attivamente gli oppressi e lottare contro gli oppressori. Noi li chiamiamo I MARTIRI GESUANICI. Essi furono uccisi per aver annunciato e portato la liberazione agli oppressi. Fra di essi, in America Centrale ci furono tre vescovi: Oscar Romero e Joaquìn Ramos nel Salvador, e Juan Gerardi in Guatemala. E fra il popolo, decine di migliaia furono assassinati come vittime innocenti e indifese. Noi li chiamiamo IL POPOLO CROCIFISSO. Aveva fatto irruzione una croce e un amore come quelli di Gesù.
Parliamo perciò di “recuperare la memoria dei martiri e metterla a produrre” perché la croce, pur essendo tanto evidente, tende ad essere spiritualizzata, senza storicizzare le sue cause. E così viene annullata. E’ assordante il nostro silenzio di fronte alle tragedie di Africa e di Haiti, ad esempio. Queste croci non tolgono il sonno ai benestanti del pianeta.
La croce accompagnò Gesù nell’arco di tutta la sua vita. Senza la croce, i Vangeli sarebbero un racconto senza coerenza. Pietro nei suoi primi discorsi, riportati dagli Atti, insiste che Gesù non morì, ma che fu ucciso. Nel cristianesimo è la croce il valore non negoziabile. E la realtà del mondo, oscenamente ignorata, è un’immensa croce costruita da esseri umani, proprio come Caifa e Pilato la costruirono per Gesù.
Jon Sobrino, "Revista Latinoamericana de Teologia", numero 82 di gennaio-aprile 2011. L'articolo si intitola "Recuperar y poner a producir a Jesùs de Nazaret y su cruz en un mundo de pobres y oprimidos"

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