I nomi sono importanti
Un nome, una foto, un familiare che la tiene alta. Tutti i partecipanti all’Incontro internazionale per i diritti umani in solidarietà con l’Honduras all’unisono rispondono: Presente. Siamo nel dipartimento di Colòn, nella zona del Bajo Aguan, dove è impossibile tenere il conto dei contadini (campesinos) assassinati da parte dei narcos su ordine dei “terratenientes”. Sempre nella più completa impunità. “Loro sono molto più organizzati e hanno tanti più soldi – mi dice Leonel, un contadino anziano di un’organizzazione di Progreso -. Loro sono le mafie, il sistema mafioso che mantiene collegamenti saldi tra narcos, politici, imprese economiche, potere finanziario. E quando gli dico che sono italiano, mi risponde che posso capire bene quello di cui sta parlando. Gli dico che però noi ci fidiamo del sistema giudiziario e investigativo e che abbiamo uno Stato sostanzialmente democratico. Si commuove, mi abbraccia e mi dice: Que suerte!, che siamo fortunati, perché almeno l’impunità non è la regola e c’è giustizia. E io penso a Piazza della Loggia, a Piazza Fontana, ai tanti familiari di vittime di mafia che ancora non hanno né verità e né giustizia. Penso alle condanne prescritte dei potenti. Ma non ho il coraggio di dirglielo. Voglio lasciargli la speranza che almeno in uno Stato democratico non c’è spazio per l’impunità.