Basta bella?
Il Festival di Sanremo è finito. Finiranno anche le polemiche e tutti gli annessi e connessi. Ma, come si suol dire ‘a bocce ferme’, il fatto che al Festival della canzone italiana una ragazza straniera abbia potuto partecipare (ed essere pagata) senza sapere e senza capire nulla d’italiano, come lei stessa ha ammesso, mi ha fatto pensare. Sì, ho pensato a tutti quegli stranieri che sono in Italia e che per avere il permesso di soggiorno lungo devono sostenere gli esami: se non lo superano non possono restare in Italia. È vero che la bella Ivana Mrazova è della Repubblica Ceca, quindi di un Paese membro dell’Unione Europea. Ma provo a mettermi nei panni di uno straniero, uomo o donna, che già lavora in Italia, che si sbatte per riuscire anche a frequentare i corsi d’italiano, che ha molta paura dell’esame che può cambiare la sua vita e quella della sua famiglia, che magari sì è seduto una sera a vedere Sanremo alla Tv e vede una straniera che non sa l’Italiano applaudita e presentata a milioni di spettatori su Rai 1, che è un servizio pubblico. Mi sembra che il messaggio sia stato, ancora una volta, che la bellezza può supplire a tutto e aprire molte porte. Lo aveva già detto Berlusconi il 12 febbraio 2010. Dopo un incontro in cui il Presidente dell’Albania Berisha aveva detto “non voglio che i criminali arrivino in Italia”, Berlusconi ha aggiunto: “Per chi porta le belle ragazze possiamo fare un’eccezione”. Temo che il messaggio che la RAI ha fatto passare sia ancora un po’ di questo tono, magari più velato, ma sempre poco rispettoso della dignità della persona e della donna in particolare. Pare che per la bella Ivana Mrazova si siano aperte anche le porte di qualche ospedale o pronto soccorso per la sua cervicale che le ha impedito di essere presente alla prima serata. Sappiamo come sia difficile per uno straniero accedere ai servizi sanitari, con la paura anche di essere identificato e denunciato se non ha i documenti, ma per i documenti bisogna superare l’esame d’italiano, e siamo sempre da capo. E se non ti presenti il primo giorno di lavoro? Anche se sei ammalato, sono cavoli amari. A dire il vero anche per gli italiani, non solo per gli stranieri. E invece abbiamo un altro tipo di messaggio. Come dire: c’è chi può! Un po’ come per i calciatori, per alcuni di loro si è arrivati quasi a fare carte false pur di farli arrivare in Italia. Ma loro guadagnano molto, non sono stranieri brutti e sporchi.
Sarebbe meglio, forse, non spendere quei soldi per queste prove d’esame di conoscenza della lingua italiana e investirli per dare loro maggiore dignità e anche cultura certo, ma non con questa forma d’esame che sembra più un accanimento, un’offesa che non un aiuto.
Tanto si sa, in televisione a guadagnare, si può andare anche senza saperlo l’itagliano…, hops scusate: l’italiano.