Il profumo di Fresia
Fresia non è solo il nome di un fiore e il suo profumo. È nome di donna. Donna forte che ho conosciuto in un tribunale in cui chiedeva verità prima che giustizia. Il regime di Pinochet gli aveva torturato e ucciso il suo compagno. Un uomo che aveva abbassato i ponti levatoi dell’accademia universitaria e spendeva tempo, energie e vita a servizio degli indios e dei poveri nelle periferie di Temuco nel sud del Cile. Fresia non era la “grande donna dietro un grande uomo” ma la prima linea dell’impegno dell’alfabetizzazione che riconsegna la parola ai calpestati. Ci ha lasciati ieri dal suo esilio in terra emiliana per tornare ad abbracciare finalmente Omar Venturelli. Ci rimane il profumo lieve di una vita intensa che vogliamo ricordare per strapparla all’anonimato dei giorni perchè è urgente consegnare alle nuove generazioni testimonianze autentiche di vita. Nessun altro sentimento se non il cuore colmo di gratitudine per aver avuto il privilegio di condividere le sue lacrime. E pensarla ora nella danza della vita nuova dove finalmente vi è verità piena.