DIRITTI UMANI

Impunità e corruzione

Prosegue il nostro viaggio tra alcune realtà internazionali in cui costantemente si violano i diritti umani: ecco cosa accade oggi in Honduras.
Carlo Hernandez (Presidente di Asociacion por una Sociedad mas Justa)

L’Honduras ha chiuso l’anno 2011 con una percentuale di 81,5 omicidi ogni 100.000 abitanti, superando di 881 casi le statistiche registrate l’anno precedente. La Dichiarazione di Ginevra sulla violenza armata e lo sviluppo (27 ottobre 2011, www.genevadeclaration.org) colloca questo Paese centroamericano al terzo posto tra i Paesi più violenti del mondo.
Dei quattrordici Paesi valutati, sei si trovano in America Latina e l’Honduras è uno di essi: i crimini sono all’ordine del giorno, mentre le autorità non mostrano volontà politica per indagare. Nell’ultimo trimestre del 2011, l’Honduras registra due casi che hanno rivelato bene la partecipazione di elementi di polizia nazionale nel crimine organizzato. Alla fine di ottobre, vari agenti e un ufficiale di polizia furono coinvolti nella morte di due studenti universitari, uno dei quali era figlio della rettrice dell’Università nazionale autonoma honduregna. Il 7 dicembre a Tegucigalpa fu assassinato l’attivista dei diritti umani, Alfredo Landaverde, che anni prima fungeva da titolare della Direzione della Lotta al Narcotraffico. Landaverde participava frequentemente a vari spazi informativi della stampa e aveva sempre criticato la corruzione e i legami della polizia con il crimine organizzato.

Omicidi e attentati
Alle azioni violente derivanti dal traffico di droghe, si aggiungono anche gli omicidi selettivi, situazione che pesa notevolmente su quanti criticano o sono all’opposizione del governo, dirigenti, contadini e giornalisti indipendenti.
“La critica si paga con il sangue e la paura. Gli attentati selettivi, in danno di coloro che levano la propria voce contro la criminalità organizzata, dimostrano il grado di intolleranza che esiste nel Paese”, segnala un articolo intitolato – “Panico nazionale per i crimini selettivi” – pubblicato nel quotidiano “El Heraldo”, l’8 dicembre scorso, con riferimento alla morte di Landaverde.
Statistiche dell’Osservatorio della Violenza dell’Università Nazionale Autonoma dell’Honduras (UNAH) segnala che nell’anno 2011, il Paese ha registrato la morte violenta di 6.723 persone, cifra superiore ai 5.842 omicidi dell’anno 2010. L’Osservatorio ha segnalato che la criminalità in Honduras è in ascesa dal 2005, anno nel quale si registrarono 37 morti violente per ogni 100.000 abitanti; nel 2006 la cifra è arrivata a 46 omicidi, fino ad arrivare a 81,5 assassini nel 2011.
La corruzione
I tassi di insicurezza sono denunciati dai diversi settori della società che chiedono un intervento diretto e depurazione degli stessi ambiti da questi operatori di giustizia, soprattutto per le segnalazioni dei collegamenti criminali dei funzionari del potere giudiziario, del Ministero Pubblico e dell’esercito e la polizia nazionale. “Uno dei problemi più gravi è il rallentamento giudiziario, che è una forma di impunità. Le cose non vanno bene, vediamo i morti, i massacri delle famiglie e non sappiamo chi siano i responsabili, crediamo che ci sia bisogno di una vera depurazione degli apparati repressivi dello Stato, perchè ci sono impiegati buoni, ma ne esistono anche altri che non svolgono onestamente le loro funzioni”, ha affermato il direttore del Centro per il Trattamento e la Riabilitazione delle Vittime di Torture (CPTRT), Juan Almendarez Bonilla.
Secondo Almendarez Bonilla, la situazione non mostra speranze di cambiamento perchè nelle autorità non c’è la volontà di combattere l’impunità. Lo stesso Bonilla ha indicato che le istituzioni per i diritti umani, che operano nel governo, non sono state dotate degli strumenti necessari per prendere le decisioni. Nonostante questo, ha assicurato: “Io preferisco che nello Stato vi siano organizzazioni di diritti umani e non battaglioni”. Ha previsto che, mentre non esiste una politica globale dello Stato e prosegue l’impunità negli organi militari e di polizia, nessuna istituzione di diritti umani raggiungerà allo stato attuale miglioramenti in materia.
È opportuno ricordare che, a partire dal colpo di stato avvenuto nel Paese il 28 giugno 2009, le violazioni dei diritti umani in Honduras si sono intensificate. Criminalizzazione delle proteste, chiusura di mass media, minacce, attentati e morte nei confronti di membri della stampa e gruppi vulnerabili come le organizzazioni femminili, di omosessuali e di altri leader di movimenti sociali, che continuano invocando giustizia.
Mancano politiche destinate a favorire la popolazione e indirizzate a settori cruciali della vita del Paese, come l’educazione, la salute, le politiche abitative, del lavoro, tra gli altri. Basta inserirsi in una comunità marginale per capire in quali condizioni di miseria viva la gente.

Politiche abitative
Sebbene la Costituzione della Repubblica contempli per gli abitanti dell’Honduras il diritto a una vita dignitosa, il Paese presenta un deficit di abitazioni di un milione e 150mila case. Il sovraffollamento è estremo e in una sola stanza, con servizi essenziali minimi o inesistenti, vivono tra le 4 e le 10 persone. È difficile per una famiglia con un reddito basso pensare di poter acquistare un terreno per costruirvi una casa.
Questa situazione è peggiorata con l’arrivo di persone che, con la speranza e il desiderio di trovare una soluzione alle precarie condizioni di vita, emigrano da zone rurali alla città. È normale la carenza di medicine e di personale nei centri pubblici di assistenza medica, situazioni simili avvengono, ad esempio, nelle scuole e nei collegi ufficiali, dove non esiste mobilia nè materiale didattico. I maestri occupano gran parte del periodo scolastico in lotte di rivendicazione, a causa della negligenza del governo di fronte ai propri obblighi. Il rispetto dei diritti umani è stato la condizione principale perché l’attuale governo fosse riconosciuto e perché l’Honduras entrasse nella comunità delle nazioni, tuttavia pochi sforzi sono stati fatti per far fronte agli impegni. Prima della squalifica della Commissione Nazionale per i Diritti Umani in Honduras, ai fini del riconoscimento del Paese nell’Organizzazione degli Stati Americani (OAS) e nell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), il governo ha creato il ministero della Giustizia e dei Diritti Umani, figura che appare meramente decorativa perché non era stata dotata dei poteri necessari per promuovere e garantire un vero rispetto dei diritti umani.
Lo scorso dicembre, partecipando a una riunione di sostenitori di diritti umani in America Latina, svoltasi a Buenos Aires, in Argentina, il Segretario esecutivo della Commissione sui Diritti Umani (CIDH), Santiago Canton, ha detto che la situazione in Honduras è vista con preoccupazione da esperti di diritti umani: “Non c’è dubbio che l’Honduras è uno dei Paesi di maggiore preoccupazione. Anche se è una preoccupazione storica, dopo il colpo di stato, è peggiorata moltissimo”, ha concluso Canton.

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