PAX CHRISTI

Tutti in piazza

La campagna contro gli F35 prosegue il suo lavoro di sensibilizzazione e di informazione contro gli investimenti folli nei cacciabombardieri.
Le piazze si riempiono e la gente si interroga.
Renato Sacco

“Tra un lavoratore che non può più andare in pensione e non può più lavorare e le spese militari, noi preferiamo il pensionato e il lavoratore; tra una famiglia che deve privarsi di risorse indispensabili per pagare le maggiori imposte sulla casa e le spese militari, noi preferiamo la famiglia; tra gli investimenti per la cooperazione internazionale e le ‘missioni di pace’ fatte con le armi, noi preferiamo la cooperazione. Le spese militari non hanno portato benessere né economico né civile, al popolo italiano e ai cittadini del mondo, sprecano risorse importanti che potrebbero servire per la crescita lavorativa, culturale, morale di questo Paese e del mondo intero”.
Sono parole scritte dagli amici di Pax Christi del Molise che, insieme ad altri, hanno inviato questa lettera aperta al Presidente del Consiglio Monti, Mette bene a fuoco la situazione attuale, in particolare il grande e folle progetto del cacciabombardiere F35, che su Mosaico di pace, nel dicembre 2006, era stato chiamato mostro. Da quel dicembre si sono susseguiti interventi e prese di posizione che hanno visto Pax Christi tra i più costanti nell’impegno per bloccare questa spesa di oltre 10 miliardi (più altri 10-20 per la sola manutenzione) che l’Italia dovrebbe spendere per gli F35. ‘Taglia le ali alle armi’ è il nome della Campagna, con il relativo sito (www.disarmo.org/nof35/) da cui si può attingere ogni tipo di materiale, tra cui anche il prezioso lavoro raccolto nel dossier: “Tutto quello che dovreste sapere sul cacciabombardiere F-35 e la Difesa non vi dice”.

Mobilitazioni
Questi ultimi mesi hanno visto una grande mobilitazione dal basso con una ripercussione anche sui mass media più importanti (una cosa che forse non era mai successa in passato), e una fibrillazione da parte del Governo, che continuamente ha cercato di lanciare messaggi rassicuranti ma contraddittori.
Ogni volta che qualche rappresentante del Governo interveniva, portava dati diversi e discordanti da chi aveva parlato prima di lui. Possiamo senza dubbio dire che sono state dette molte “bugie”. Sui costi, per esempio: si è parlato addirittura di soli 80 milioni di euro per ogni singolo aereo, meno di quanti li pagano gli stessi Stati Uniti. Quasi una svendita sotto costo. Mentre sappiamo che il costo reale, a oggi, per un solo aereo è stimato intorno ai 120 milioni di euro. Ci hanno detto che questo progetto avrebbe portato 10.000 nuovi posti di lavoro. Ma il generale Claudio De Bertolis, Segretario generale della Difesa, intervenendo alla Commissione Difesa della Camera all’inizio di febbraio, ha chiaramente detto che questo progetto F35 non porterà nessun nuovo posto di lavoro. Forte anche di queste contraddizioni, segno di debolezza dello stesso progetto, la campagna ha avuto il suo culmine anche “visivo” nel mese di febbraio, in particolare sabato 25, quando in oltre 100 città d’Italia sono stati fatti banchetti e raccolte migliaia di firme. Tra le varie iniziative, senza voler fare una classifica, sicuramente va ricordato il grande lavoro del Punto Pace di Bari che ha raccolto più di 1.300 firme, e poi, Brescia, Bolzano e tanti altri. In tutto a oggi, siamo alla metà di marzo, sono state raccolte circa 35.000 firme on line e 26.000 cartacee.
Pax Christi aveva già lanciato la raccolta di firme con un apposito volantino nel 2010, in vista della presentazione di una mozione al Parlamento, avente come primi firmatari Pezzotta e Veronesi. Di fatto, quella mozione non è mai arrivata all’ordine del giorno dei lavori della Camera, ed è stata rimodulata e ripresentata, insieme ad altre, verso la metà di marzo 2012. Ma le varie votazioni di fiducia e le note vicende riguardanti la riforma del lavoro hanno fatto slittare ancora queste mozioni fino alla seconda metà di marzo, forse.
Qualcuno ha anche sottolineato il fatto che sono stati fatti dei tagli alle spese militari e anche al progetto F35. Dai 131 previsti inizialmente, si è passati a 90 aerei. Un bel taglio dice qualcuno. Non siete contenti? No! rispondiamo. Primo, perché come ha scritto il direttore di Famiglia Cristiana (24 marzo 2012) è solo fumo negli occhi. E poi perché questo può essere sì un primo passo ma…
Questo ma ce lo spiega bene il nostro presidente, il vescovo Giovanni Giudici, in un’intervista pubblicata su La Discussione, il 18 Gennaio 2012 e scaricabile integralmente anche dal sito di Pax Christi. Ne riportiamo solo qualche passo, mentre continua la mobilitazione per fermare questo progetto, questo mostro F35. Sì, è ancora possibile. Ognuno faccia la sua parte.
Possiamo costruire la pace senza ricorrere alle armi.
Da anni, insieme con Rete italiana per il Disarmo, proviamo a tenere desta l’opinione pubblica a proposito del progetto di partecipare alla costruzione di 131 cacciabombardieri denominati F35. Finalmente anche la grande stampa ha parlato della questione, e dunque, il nostro movimento ha voluto prendere la parola pubblicamente per accelerare una presa di coscienza in proposito. A noi sembra che costruire armi da guerra sia una scelta da evitare, e ci è chiaro in particolare che il programma relativo agli F35 è, per varie ragioni, ingiustificato per il nostro Paese, tanto più oggi, nella crisi economica che stiamo attraversando. Il principio che propugniamo riguarda tutte le armi da guerra…
Voi parlate della necessità di ridurre le spese militari. Perché?
L’idea del movimento, che riprende in questo l’abbondante e chiarissimo contenuto del Magistero della Chiesa, è che la guerra non ha mai prodotto la pace. Dopo ogni guerra si contano vittime, si valutano le distruzioni di beni, ci sono ferite insanabili, crescono i sentimenti di odio. Le azioni di guerra, poco alla volta, generano abusi e causano disprezzo. ..In questi fatti abbiamo la dimostrazione che i soldati, cittadini di un Paese democratico e per altri versi generoso, per il solo fatto di stare in guerra, di uccidere ed essere braccati dal nemico, diventano persone che perdono la loro umanità.
I progressi scientifici e tecnologici corrono. Non è che, dopo gli F35, sarà poi necessario acquistare nuovi aerei, armi più sofisticate?
Intanto c’è da domandarsi, con sgomento, come mai i progressi scientifici non avvengano in Istituti di Ricerca, in Università, e come mai le scoperte scientifiche avanzate non vengano utilizzate subito per il bene, che ne so, dei pendolari o delle strutture sanitarie. Perché lo sviluppo tecnologico viene sviluppato per costruire macchine di distruzione e morte? E poi ci sarà finalmente un’opinione pubblica e un Parlamento che leggono l’articolo 11 della Costituzione Italiana, nel quale si dice che il nostro Paese ‘ripudia la guerra’…
Secondo il diritto internazionale la guerra è uno strumento legittimo per la soluzione dei conflitti. Tuttavia i conflitti generano sempre morte e sofferenza.
È interessante fare il conto di quanti sono i conflitti sanati o risolti dalla forza e cioè mediante una guerra. La loro somma è pari a zero. Dunque, occorre trovare il modo di gestire i conflitti con la prevenzione e con il ricorso alle nuove condizioni introdotte dalla globalizzazione, che consentono un assedio economico e politico nei confronti dell’aggressore. Abbiamo oggi mezzi assai più consistenti di un tempo, e ci sono offerte possibilità mai prima sperimentate di costruire la pace senza le armi, e senza i morti e le distruzioni che seguono ad ogni guerra.
Se non con l’intervento militare, come possiamo ottenere la pace?
La strada della pace è notoriamente più laboriosa e coraggiosa della scelta della guerra. Anzitutto si tratta di un cammino che comincia da lontano: il “disarmo” delle menti e dei cuori... La legalità è condizione della pace, perché fa comprendere che ogni persona ha diritto alla sua dignità, libertà, pieno sviluppo.... Per quanto ci riguarda, come Pax Christi, diventiamo eco della verità cristiana, proclamata dal Vangelo e spesso ripetuta dai Pontefici: “Sii tu l’uomo che cammina verso il suo sogno; sii tu il cambiamento umano che desideri”.

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