Solidarietà all’assessore regionale Massimo Giordano

25 maggio 2012 - Renato Sacco

Credo sia giusto e doveroso da parte mia esprimere solidarietà e vicinanza all’assessore regionale del Piemonte, Massimo Giordano. In questi giorni ha ricevuto una lettera di minacce (‘adesso sono solo parole, ma presto passeremo ai fatti’), contenente anche pallini da caccia calibro 12 mischiati a polvere da sparo. Una lettera di questo genere mette paura, inquieta! Per questo è un gesto da condannare, senza se e senza ma. Questo brutto episodio ci può far capire cosa prova una persona che si sente ‘un obiettivo’, ‘nel mirino’. Ancor di più in questi giorni vissuti nel ricordo di Falcone, di Placido Rizzotto e della tragedia di sabato scorso a Brindisi, con l’uccisione di Melissa. Le armi, l’esplosivo, i fucili, i pallini, fino ai missili, alla bombe all’uranio o al fosforo, questo fanno: provocano paura, terrore, inquietudine anche senza essere usate. E quando vengono usate, distruzione e morte.
La solidarietà all’assessore Giordano chiede una conversione dalla violenza, verbale o nei fatti, alla nonviolenza. Ma, come non ricordare le ripetute frasi minacciose di Umberto Bossi “I fucili sono sempre caldi” e “ ho 300.000 uomini sempre pronti”. E non l’ha detto solo una volta!
Maroni lo ha sempre difeso “Quello che ha detto Bossi lo dice da vent'anni. Ma c'è sempre qualcuno che si scandalizza, quella di Bossi era soltanto una figura retorica…”. E Calderoli completava “se non vanno bene i fucili porteremo i cannoni”.
No, su queste cose non si scherza! Non si può scherzare con la vita!
Per questo tutti ci dobbiamo interrogare su una cultura di aggressione e di violenza. Dalle intimidazioni più o meno pesanti, alle bombe, alla guerra. L’inquietudine di una piccola quantità di polvere da sparo ci faccia capire la follia di tutte le bombe. Magari da qui si può ripartire per ragionare diversamente anche sugli F35 in programma a Cameri: il loro potenziale distruttivo è diabolico. Ragionare diversamente su tutte le armi che minacciano anche senza essere usate, su tutte le spese per questi strumenti di morte, fino alla prossima parata militare del 2 giugno. Chissà? Si può sperare che le persone cambino idea. Perché no?

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