Ritrovare l'uomo
“Prima di essere ammessi a un partito ci vorrebbe la promozione a uomo”, affermava il caro don Mazzolari nel 1946. La pubblicazione, in questo momento storico, non è affatto casuale. I testi raccolti in “Come pecore in mezzo ai lupi” sono stati scritti nel secondo dopoguerra. Non pochi oggi hanno paragonato l’attuale fase storica a quel momento. Forse più nella speranza di motivare il popolo a investire tutte le proprie energie e risorse per la “ricostruzione” di un tessuto politico, sociale, umano ed economico che favorisca il ben-essere di tutti e tutte, che per una reale somiglianza a un tempo in cui il senso di alcuni valori dava ancora spessore all’azione politica e all’impegno civile.
Gli scritti di don Mazzolari sono portatori di una triste attualità che quasi spezza il fiato nel leggerli: sembra di percepire la sua presenza al tuo fianco. Sembra che le dinamiche egoistiche dell’umanità siano, in fondo, sempre le stesse nelle diverse fasi storiche. E ciò pare toglierti quel filo di speranza a cui alcuni di noi si aggrappano. Poi, ripensandoci, vengono alla luce i nomi e i volti dei tanti e tante che nei decenni che ci separano dal secondo conflitto mondiale, hanno saputo dare la propria testimonianza di una vita coerente votata alla solidarietà, all’attenzione ai beni collettivi, alla pace e alla giustizia, pur ricoprendo alti e delicati incarichi istituzionali. è un libro essenzialmente politico. “Ciò che accade alle Camere e nel Paese non viene guardato soltanto dalle stelle. Milioni di giovani, benché apparentemente indifferenti, ne prendono già motivo per giustificare e per accrescere una disistima che va ben oltre il partito e la democrazia: e milioni di povera gente, a loro volta, si pongono dei tremendi interrogativi, che non si mettono a tacere con scandali d’altro genere”.
Don Primo usa è un linguaggio oggi in disuso perché, anche quando si parla di valori, è tutto più razionale, più freddo, più scientifico. Le parole di Mazzolari fanno trasparire un grande amore e fiducia per l’essere umano e per quel bene che ognuno si porta dentro. Scrive, ma sembra più un grido: “Restituiteci l’uomo..... Dove ancoreremo la libertà se non ci restituite l’uomo? Conoscevo un camerata, oggi vorrei conoscere un uomo...”.
Proporrei di regalare una copia di questo libro in tutte le scuole di politica che da destra a sinistra si promuovono per preparare i quadri dei partiti: non solo per infondere il senso della responsabilità e del servizio che un politico dovrebbe avere, ma anche per infondere passione e amore per il proprio Paese e popolo.
“La storia non ha mai smentito il Vangelo”, afferma l’autore. Questo si che ci dà speranza!