Il naufragio della speranza
Guardando con un minimo di attenzione anche oltre i nostri confini ci rendiamo conto che quello dell’immigrazione è un dramma planetario. È un triste segno dei tempi ma la scelta di dare libera circolazione alle merci e di fermare uomini e donne ai confini, produce un costo enorme in vite umane. I confini della Spagna, del Messico, del Mediterraneo... sono porte blindate alle quali non si riesce nemmeno a bussare. Notizia di ieri il naufragio di un’imbarcazione con 160 migranti nel mare antistante Christmas Island al largo dell’arcipelago dell’Indonesia. Tutti potenziali richiedenti asilo che scappavano da persecuzioni e minacce. Provenienti da Sri Lanka, Indonesia e Asia sud-orientale e diretti verso una speranza chiamata Australia. 40 i più fortunati raggiunti in mare dai soccorritori mentre erano aggrappati allo scafo dell’imbarcazione. Gli altri sono classificati come dispersi. Lontani dalle loro famiglie, dalle proprie case, dalle proprie città. Costretti a partire a bordo di rischi troppo grandi e persino prevedibili. Non sono il prezzo della crisi. Sono piuttosto il carico debordante di una mancanza di condivisione di beni e di democrazia. Sottrazione di umanità.