INIZIATIVE

I cento passi dei sindaci

In ricordo di Peppino Impastato quest’anno a Cinisi hanno sfilato anche i sindaci. Per restituire dignità alle istituzioni. Per ridare fiducia alla gente.
Giulia Migneco (addetta stampa di Avviso Pubblico)

Giuseppe Impastato, meglio noto come Peppino, è morto a Cinisi, in provincia di Palermo, il 9 maggio del 1978, ucciso dalla mafia per aver osato attaccare i poteri forti e gli interessi di Cosa Nostra attraverso le frequenze libere di Radio Aut. Era un destino segnato quello di Peppino sin da quando aveva deciso di lottare contro la mafia.
Peppino era nato a Cinisi in una famiglia in cui il padre, Luigi, era molto amico del numero uno di Cosa Nostra, don Tano Badalamenti, ma a lui non importava, anzi. Fu proprio quando si rese conto di questo che decise di ribellarsi ai dettami della cultura dell’omertà e all’imposizione del silenzio. Una lotta che gli costò la vita.
Da quel 9 maggio 1978 ogni anno, a Cinisi, sono migliaia le persone che varcano la soglia di questa città per ricordare la figura di Peppino, unendosi in una marcia in suo onore e percorrendo quei famosi Cento passi – divenuti noti dopo il film di Marco Tullio Giordana – che separano la casa dove un tempo viveva Peppino Impastato, oggi museo della Memoria e sede dell’associazione dedicata a lui e alla mamma, dall’abitazione di Gaetano Badalamenti, il boss mafioso che ne decretò l’omicidio, oggi confiscata alla mafia e luogo di ritrovo per i tanti giovani siciliani e non.
Anche se a distanza di qualche mese, ricordiamo che a fare i Cento passi per ricordare Peppino Impastato quest’anno c’erano anche numerosi sindaci. Un segnale forte che indica che oramai anche tanti enti locali si stanno mettendo insieme per contrastare il fenomeno mafioso. “I 100 passi dei Sindaci in ricordo di Peppino Impastato”, è stato questo infatti il titolo dell’iniziativa che si è svolta mercoledì 9 maggio, a Cinisi, in ricordo dei 34 anni trascorsi dall’uccisione di Peppino. I sindaci e i rappresentanti delle istituzioni si sono ritrovati davanti a Casa Memoria, e da lì hanno percorso i famosi “Cento passi”.
L’iniziativa “I 100 passi dei Sindaci”, è stata promossa da “Avviso Pubblico - Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie” e dall’Associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, al fine di diffondere nella gente quella fiducia, spesso perduta, nei confronti delle istituzioni e per gridare a tutti che, invece, bisogna credere in esse e sostenerle. I sindaci e i tanti amministratori locali provenienti da diversi comuni italiani hanno percorso quei cento passi indossando le loro fasce tricolore, insieme ai giovani e agli studenti delle scuole di Cinisi.
Hanno ricordato così Peppino Impastato, il suo pensiero e la sua forte lotta per la difesa dei diritti di tutti, ma allo stesso tempo hanno sostenuto i tanti amministratori locali che giornalmente lottano contro le mafie e portano avanti i valori della legalità democratica e costituzionale. Cento passi di legalità, cento passi di buona politica.

Caro Giovanni…
La marcia si è aperta con una lettera pubblica molto emozionante da parte di Agnese Moro, figlia di Aldo Moro, ucciso dalle Br nella stessa data in cui la Sicilia ricorda l’assassinio di Peppino. “Caro Giovanni, mi piacerebbe tanto che un giorno potessimo ricordare i nostri cari non nel giorno della loro morte ma nel giorno nel quale festeggiamo la nascita della nostra Repubblica – scrive Moro nella lettera indirizzata a Giovanni Impastato, fratello di Peppino –. Allora avrebbero davvero il loro posto, che non è quello di vittime ma di costruttori coraggiosi di un Paese in cui ci sia posto per tutti, con eguale dignità e rispetto”.
Prima dell’inizio del corteo, davanti all’ingresso di Casa Memoria, c’è stata anche l’apposizione della prima pietra della memoria del percorso “Un ponte per la memoria”, dedicato a Impastato e alle altre vittime di mafia, iniziativa a cura dell’associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, del Museo della ‘Ndrangheta e della Fondazione Con il Sud.

Donne
In occasione di questa importantissima manifestazione, il giorno prima, martedì 8 maggio, sempre a Cinisi, si è tenuta la presentazione del Rapporto di Avviso Pubblico “Amministratori sotto tiro. Intimidazioni mafiose e buona politica”. Un lavoro in cui vengono descritte le minacce e le intimidazioni di tipo mafioso e criminale che ogni anno vengono inflitte ai danni di tanti amministratori locali e del personale della pubblica amministrazione. Ospiti d’onore due donne con incarichi amministrativi in Comuni molto difficili della penisola, i sindaci calabresi di Isola Capo Rizzuto, Carolina Girasole, e di Rosarno, Elisabetta Rosa Tripodi, minacciate gravemente dalla criminalità organizzata per la loro opposizione alla ‘ndrangheta. “Quando operi con disciplina, onore e imparzialità, secondo quanto previsto dalla nostra Costituzione – hanno affermato Carolina Girasole e Elisabetta Tripodi – rappresenti un ostacolo per le mafie, ma noi non dobbiamo mai smettere di farlo perché solo così possiamo sconfiggerle”.
Due giornate molto intense, di riflessione collettiva, di impegno civile che rappresentano un simbolo della lotta concreta alla mafia e un’occasione per continuare ad affermare i principi della legalità.

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