Ruspe
Voci giovani ci raccontano cosa vedono, all’arrivo nei territori occupati.
Le demolizioni ti colpiscono  
 come una botta alla testa. 
 Quando arrivi sul posto, di corsa,  
 con il fiato corto, 
 le immagini dei bulldozer ti stordiscono. 
 Inizi a mettere a fuoco la situazione. 
 Senti i rumori delle ruspe, le voci della gente, 
 vedi gli animali confusi. 
 Sono mille le reazioni possibili  
 a questi eventi. 
 C’è chi si dispera, chi urla,  
 chi rimane immobile, seduto, in silenzio,  
 guarda la propria casa crollare, 
 impotente, oppure guarda nel vuoto. 
 Ma c’è anche chi cerca di recuperare  
 più cose possibile, 
 prima che le enormi pale  
 rendano inutilizzabile ogni cosa. 
 Perché, quando i bulldozer se ne saranno andati, 
 bisognerà ricominciare 
 e tutto ciò che non è distrutto potrà servire. 
 È incredibile la sistematicità  
 con cui gli « operai » dell’esercito israeliano  
 eseguono il loro lavoro. 
 Prima di salire sulle jeep e sui pickup  
 si stringono la mano, 
 ridono, si abbracciano  
 e si congratulano tra loro 
 per l’ottima operazione svolta. 
 Possono finalmente tornare a casa,  
 dalle loro famiglie, 
 dopo una dura giornata di demolizioni. 
 Così ci si guadagna lo stipendio 
 nell’unica democrazia del Medio Oriente.





