I preoccupati occupano
“Occupati, da ieri, anche il Russell, il Federico Caffè e l'Augusto, che si aggiungono alla lista dei circa venti istituti già presidiati da più giorni, come il Morgagni e il Benedetto Croce (dove gli studenti hanno invitato i prof ad assistere ai propri corsi), il Righi (dove i ragazzi stanno scartavetrando e ridipingendo alcune aule), il Montale, il Tasso, il Socrate, il Rossellini, il Darwin, il Ripetta, il Kant, l'Aristofane, il d'Assisi, il Da Norcia, il Pasteur , il Machiavelli, il Gaio Lucilio, il Pirelli, il Margherita di Savoia, il D'Aosta, il Galilei e l'Albertelli, che ieri ha organizzato lezioni all'aperto davanti a Santa Maria Maggiore” (repubblica.it). E poi anche il Manara, il Cavour e il Virgilio. Ma non solo a Roma. L’occupazione delle scuole si estende un po’ a tutta l’Italia. Studenti che occupano perché preoccupati. Del proprio destino e della preparazione che passa il ministero, dei tagli, dei sacrifici e della scuola cenerentola. Della scuola ramosecco e dei giovani troppo choosy. Della vita precaria e delle scuole cadenti. Pre-occupazione come atto di responsabilità. Preoccupazione, occupazione, disoccupazione. Sembra un destino segnato in cui, quei giovani che se ne partono da casa con sacco a pelo, fornellino e companatico, non vanno lasciati soli. Siamo tutti preoccupati.